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VENEZIA 81 - Assegnato a "Peacock" il
Premio “Persona Lavoro Ambiente”


VENEZIA 81 - Assegnato a
Si è svolta oggi, nell’ambito della 81ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica de La Biennale di Venezia, la consegna del Premio collaterale “Persona Lavoro Ambiente”, attraverso il quale la Fondazione Fai Studi e Ricerche segnala i film più significativi presenti alla Mostra che trattano i temi del lavoro e dell’ambiente.

Il primo riconoscimento è andato al film austriaco “Peacock” di Bernhard Wenger. "Il film" - ha scritto la giuria nelle motivazioni - è apprezzabile sotto il profilo della scrittura, della realizzazione e dell’interpretazione, e colpisce per la sua rappresentazione innovativa e profonda delle dinamiche contemporanee legate al lavoro e ai rapporti sociali. Affronta temi come la solitudine, il conformismo e l’estensione dell’offerta dei servizi alla sfera dei rapporti umani e dell’intimità, con l'anestesia dei sentimenti e l’alienazione che ne derivano. Il lavoro del protagonista è tutt'altro che comune, ma nella sua rappresentazione non mancano elementi che rimandano a dinamiche più tipiche delle relazioni lavorative e si riescono ad affrontare così questioni trasversali, che saranno sempre più comuni in un mondo del lavoro che si sta orientando verso un terziario avanzato e personalizzato. Nel film confluiscono numerosi elementi tematici e stilistici, che portano, senza mai divagare, lo spettatore a interrogarsi su un necessario, ma sempre più labile, confine tra dimensione
individuale e professionale
”.

La menzione speciale per la tematica dell’Ambiente è stata assegnata a “Le Mohican” del regista francese Frédéric Farrucci. “Il film" - secondo la giuria - "offre un racconto intenso e attuale sulla lotta contro le speculazioni edilizie orchestrate dalla criminalità organizzata a scapito di un sistema produttivo zootecnico sempre più di nicchia e in via di abbandono. Il film esplora il conflitto tra lo sfruttamento intensivo del territorio a fini turistici e immobiliari e la tradizione del lavoro della terra, mettendo in luce una resistenza che è al contempo ecologica e sociale. Il protagonista, suo malgrado, diventa, anche attraverso i social media, simbolo di ribellione, incarnando la lotta contro la distruzione dei paesaggi naturali e la scomparsa delle pratiche agricole ancestrali. Le Mohican sviluppa la sua narrazione con un ritmo ben calibrato, fondendo con efficacia elementi descrittivi e azione. Il film indica una via attraverso la quale proteggere i territori senza chiudersi al cambiamento e all'innovazione di cui le nuove generazioni possono essere portatrici. La drammaticità degli eventi e delle questioni affrontate non preclude la possibilità, attraverso il ricambio generazionale, di un futuro ancora positivo”.

Per la menzione speciale sul tema del Lavoro è stato premiato il film dominicano “Sugar Island” diretto da Johanné Gómez Terrero. "Il film che segue le vicende di una giovanissima donna che vive nel contesto rurale delle piantagioni di canna da zucchero della Repubblica Dominicana è da segnalare" - secondo la valutazione della giuria - perché “ ... nell’affrontare i temi della meccanizzazione del lavoro in agricoltura e dell’assenza del riconoscimento dei diritti fondamentali dei lavoratori mostra un mondo in evoluzione, ma ancora oppresso da retaggi coloniali e dallo sfruttamento sul lavoro. Nel film convivono la rappresentazione del lavoro e delle lotte sindacali dei braccianti e la dimensione etnicoantropologica dei riti e dei balli tradizionali. La storia è anche una potente, e in questo universale, critica alle molteplici e stratificate discriminazioni etniche”.

Sempre per la categoria Lavoro l’ultima menzione speciale è andata al film “Anywhere Anytime” di Milad Tangshir, La giuria ha così motivato il riconoscimento: “Il film si rifà esplicitamente ad un classico del Neorealismo, ma, con una forte attualizzazione dei temi, riesce a dar voce al nuovo proletariato dei migranti, che parlano così in prima persona, offrendo un autentico spaccato di vita reale di coloro che spesso restano invisibili. La narrazione è semplice, ma efficace nel rappresentare una guerra tra ultimi. Anywhere Anytime denuncia in modo incisivo le difficili condizioni dei lavoratori immigrati senza permesso di soggiorno che si ritrovano vittime di un sistema legislativo penalizzante e discriminatorio, in un contesto in cui il datore di lavoro è spesso un soggetto anonimo, distante e che interagisce attraverso app e piattaforme digitali. Il film esplora con sensibilità e profondità anche la contaminazione morale di chi subisce in maniera reiterata l'ingiustizia. Viene così proposta una visione disincantata e critica della situazione sociale italiana con l’evidente intenzione ampliare un discorso pubblico su temi relegati ancora ai margini dell’agenda politica”.

Presenti in sala, nell’Hotel Excelsior del Lido di Venezia, le delegazioni dei film premiati, con registi, attori e produttori.

A consegnare i premi sono stati il Segretario Generale della Fai-Cisl Onofrio Rota, il Presidente della Fondazione Fai-Cisl Studi e Ricerche Vincenzo Conso e il Presidente della giuria Ludovico Ferro.

La premiazione è stata anche l’occasione per proiettare al pubblico della Mostra il documentario “L’intervista in mare” di Ludovico Ferro che affronta i temi legati al lavoro nel settore della pesca italiana.

06/09/2024, 19:44