Sarà presentato in prima regionale sabato 28 settembre 2024 alle 18.30, al Cinema De Seta di Palermo, nell’ambito del Mercurio Festival, il documentario "
Lisca Bianca" (Italia, 2024, 60’). Diretto da Giuseppe Galante e Giorgia Sciabbica, prodotto da Ginko Film, il film racconta la straordinaria storia della barca a vela Lisca Bianca, emblema di avventura, riscatto e libertà, capace di trasformare la vita delle persone che incontra.
Lisca Bianca è una barca a vela nata nel 1979 dalla passione di Licia e Sergio Albeggiani, due coniugi di Palermo decisi a realizzare un’impresa ambiziosa: vendere tutto, abbandonare la terraferma e fare il giro del mondo in mare. A bordo dell’imbarcazione, costruita secondo il progetto originale di un Carol Ketch del 1924, la coppia salpa da Palermo il 23 settembre 1984, attraversa l’Oceano Atlantico e il Pacifico, toccando terre esotiche come Canarie, Galapagos, Hawaii e Maldive, per poi fare ritorno in Sicilia, dove il suo viaggio è stato accolto da migliaia di persone.
Alla scomparsa di Sergio Albeggiani, nel 1989, se ne perdono le tracce finché, nel 2013, un gruppo di professionisti e appassionati, guidati dal progettista Francesco Belvisi e dal sociologo Elio Lo Cascio, la riscopre in condizioni di degrado, prossima alla demolizione e decide di ridarle vita. Con l’obiettivo di salvare la barca dall’oblio e trasformarla in un laboratorio di inclusione sociale, nasce il progetto Lisca Bianca, un’associazione oggi attiva per creare opportunità di crescita, formazione, ma soprattutto per disegnare nuove rotte e nuove possibilità.
Il film, che è stato presentato in prima assoluta lo scorso 13 settembre al Festival Visioni dal Mondo di Milano, esattamente quarant’anni dopo il primo viaggio della barca, è finanziato dalla Regione Sicilia, Sicilia Film Commission, con la collaborazione di U.S.M.M. Ufficio Servizio Sociale Minorenni di Palermo e di CRICD Centro Regionale Inventario, Catalogazione e Documentazione di Palermo.
Dopo 5 anni di ricerca e di lavoro, il documentario, nell’intento degli autori, vuole essere non solo la storia di una barca, ricostruita grazie ai preziosi materiali multimediali d’archivio forniti dalla famiglia Albeggiani, ma anche la testimonianza di una comunità che oggi ruota intorno a Lisca Bianca e che prova a risollevarsi e a cercare un nuovo inizio.
Un percorso di riscatto che, come raccontato, nasce proprio insieme alla nuova vita della barca, a partire dal suo restauro che l’associazione ha affidato a mani non esperte, ovvero ai ragazzi dell’Istituto Penale per i minorenni di Palermo, agli ospiti della comunità di recupero per tossicodipendenti Sant’Onofrio di Trabia, ai minori stranieri non accompagnati e a persone con infortuni sul lavoro segnalate dall’INAIL.
Attraverso la formazione pratica e l’insegnamento di competenze legate alla vela e alla vita di bordo, con la guida di un mastro d’ascia, il supporto di esperti artigiani e di tecnologie innovative, il progetto negli anni si sviluppa per favorire l’inclusione, ma anche valori come la collaborazione, l’aiuto reciproco, lo stare insieme, l’amore per la natura e la responsabilità verso sé stessi e gli altri.
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Lisca Bianca rappresenta un viaggio, non verso una destinazione finale, ma verso un’evoluzione continua. Per questo il film racconta non solo il restauro fisico di una barca, ma anche il cammino di coloro che, salendo a bordo, trovano una seconda possibilità", affermano i registi
Giuseppe Galante e
Giorgia Sciabbica. "
Ogni personaggio, dai giovani che lavorano alla sua ristrutturazione, agli skipper e agli esperti che ne parlano, riflette su come Lisca Bianca abbia contribuito al suo cambiamento. Lisca Bianca veleggia verso una destinazione utopica; una sfida, una ricerca di orizzonti nuovi. L’utopia è il topos del film, la stessa che anima chi sale sulla barca. La vera protagonista del film», continuano i registi, «è pertanto proprio lei, l’imbarcazione, un pezzo di legno animato da uno spirito capace di catturare il cuore di chi ne entra in contatto. Lisca Bianca non solo ha trasformato e riempito di un nuovo significato la vita degli Albeggiani, ma ha rapito anche Elio Lo Cascio e Francesco Belvisi, che le hanno dato una seconda vita, e Marco e Andrea, gli skipper che oggi incarnano il coraggio di intraprendere nuove rotte. E il programma di giustizia riparativa è forse l’esempio più significativo di questo processo. Non sappiamo alla fine dell’esperienza quale sarà la meta raggiunta dai protagonisti, ma siamo sicuri che durante il loro percorso verranno alla luce i segni della trasformazione che ogni viaggio porta con sé".
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Avevo conosciuto la storia di Lisca Bianca leggendo il libro Le Isole lontane (Mursia), tratto dal diario di bordo del suo comandante Sergio Albeggiani e pubblicato postumo nel 1991" - afferma
Elio Lo Cascio. "
Mi capitava di perdermi nelle sue gesta, sedendomi in banchina, proprio di fronte dove era ormeggiata la barca, semiaffondata e con i legni logori. Nel 2013 con Francesco Belvisi e altri amici abbiamo pensato che promuovere un progetto di formazione centrato sul suo restauro, rivolto a persone in situazione di vulnerabilità, potesse restituire quello che Lisca Bianca ci aveva insegnato: la voglia di continuare a sognare. Abbiamo creato un nuovo equipaggio trasformando un progetto sociale, – lo avremmo capito solo più tardi –, in una impresa collettiva. Adesso la nostra barca naviga nell’inclusione, promuovendo progetti di vela solidale, che in questi anni hanno accolto più di 300 giovani e adulti, e di turismo sostenibile con il coinvolgimento di oltre 1000 persone. Siamo felicissimi che oggi un documentario racconti questa storia, che ricorda a tutti che siamo nati liberi di inseguire i nostri sogni e di non mollare di fronte alle prime difficoltà, liberi di sbagliare, ma anche di riparare e continuare a navigare".
I produttori
Chiara Andrich e
Andrea Mura della Ginko Film sostengono che "
si tratta di un progetto che ha impegnato per tanti anni i registi poiché ha richiesto un lungo lavoro di relazione con i protagonisti, ma pensiamo sia stato essenziale per poter restituire alla città di Palermo una storia emozionante e dai risvolti sociali ancora tangibili, un’esperienza di giustizia riparativa che siamo felici di aver portato alla luce con questo lavoro. Ora ci auguriamo che il film dopo l’anteprima nazionale a Milano e quella regionale a Palermo trovi una sua strada distributiva e che venga visto e apprezzato da un numeroso pubblico".