Intermezzo nasce come film di fine anno per un corso di filmmaking organizzato da Spazio MAI a Perugia.
I miei principi chiave in tutta la realizzazione del film sono stati prevalentemente due: rispettare il più possibile la realtà di ciò che andavo a filmare e connettere ogni elemento mostrato in un insieme unitario che potesse evocare l’armonia della coesistenza pacifica di particolare e universale e rispettare il punto di vista dell’artista.
Danilo lavora principalmente in silenzio, ascoltando il suono della natura di cui si circonda nel suo piccolo studio a Perugia, perciò mi è subito stato chiaro quanto fosse fondamentale prima di tutto riportare al meglio quella dimensione contemplativa, quell’atmosfera di pace e introspezione che ho potuto respirare nel tempo che ho trascorso con lui.
Oltre a questo ho dato ampio spazio a una narrazione del luogo dove nascono i suoi lavori, un atelier “organico” dove le opere si accatastano, le pennella-te ricoprono i muri e i ragni tessono le loro ragnatele sulle boccette esposte sugli scaffali. Un luogo dove si sente il rumore del vento e si osservano gli alberi dalla finestra perennemente aperta.
Una finestra di luce circondata dal nero, principio fondante da cui nasce tutta la materia, caro a Danilo e riconducibile ai suoi maestri, figli di una scuola artistica che va da Burri fino al Perugino.
Impossibile, infine, dimenticare l’Umbria, la regione “d’ombra”, che scorre nelle vene di Danilo e che permea tutto il suo lavoro.
Saverio Mannocci