Note di regia di "Musicanti con la pianola"
Ho conosciuto Pivio e Aldo una decina di anni fa e ho curato per loro lavori di ripresa e regia, sia per il duo che per le loro carriere soliste: videoclip musicali, premiazioni, conferenze, servizi televisivi e svariati concerti. Al giro di boa dei loro venticinque anni di carriera, mi ritrovo ad avere oggi l’età che avevano loro quando hanno iniziato a scrivere colonne sonore: scavando nel loro passato, avevo voglia di scoprire il percorso che li ha portati a raggiungere un traguardo così ambizioso, i contrasti artistico-produttivi con cui si sono scontrati e i bocconi amari che hanno dovuto spesso ingoiare. Ma la cosa che più mi ha spinto a intraprendere questa ricerca era capire quale fosse il forte legame umano e artistico tra due personalità così diverse in tutti gli aspetti della vita e dell’arte e cosa ne sarebbe stato della vita di uno senza l’altro. La narrazione, che si dipana attraverso cene, viaggi e conversazioni spontanee, punta a far emergere il valore artistico, le peculiarità e i contrasti tra i due compositori, impossibili da classificare con un unico stile, mai meri esecutori di un compito a loro affidato e sempre complici dei registi con cui collaborano. L'obiettivo è quello di trasmettere un ritratto vivido, a tutto tondo, del loro lavoro e delle relazioni umane intrattenute attraverso parole, digressioni artistiche e testimonianze visive inedite. La struttura del racconto intreccia conversazioni in giro per l’Italia, videotape di backstage, foto di repertorio, conferenze a cui partecipano, musiche vecchie totalmente inedite e nuove composizioni. La mia partecipazione in prima persona, una scelta che può apparire abbastanza insolita, serve a far progredire la storia nella direzione dello scavo, dell’approfondimento, della ricerca; non sono solo l’amico di Pivio e Aldo, ma incarno soprattutto la curiosità di uno spettatore qualunque, mi pongo domande sul mondo della settima arte e vado alla caccia di segreti da rubare.
Matteo Malatesta