Il ritratto di un momento storico del teatro contemporaneo che, nel nome di
Giorgio Strehler, ha promosso il teatro quale disciplina fondante delle scienze umanistiche.
Questo, ma anche molto altro di più, è “
Io e Strehler” (Mediter Italia Edizioni), il libro con il quale
Pamela Villoresi rende omaggio, attraverso personali ricordi dei suoi esordi nel mondo del teatro,
Giorgio Strehler in quanto sua guida e ispirazione. Una piccola opera impreziosita anche dalle lettere personali che Strehler inviava alla Villoresi per sostenerla quando lui non era accanto a lei, sino agli ultimi giorni della sua vita.
Il libro sarà presentato alle 18.30 di martedì 8 Ottobre 2024 al Circolo della stampa di Assostampa Palermo, in via Francesco Crispi 286. Insieme all’autrice, ci saranno Claudia Mirto e Giovanna Cirino. Modera Gilda Sciortino.
Una piccola e preziosa opera che ripercorre un pezzo di storia del teatro italiano, come quello che ha incarnato
Giorgio Strehler, esempio per le future generazioni che si sono approcciate e si approcciano a questo mondo. È quello che rappresenta “
Io e Strehler”, edito da Mediter Italia nella Collana “
Fuori le Mura”, riportandoci alla memoria la grandezza di un protagonista del teatro italiano del Novecento, visto, vissuto e narrato da un’attrice, oggi direttrice del Teatro Biondo di Palermo, che, proprio nel suo nome, ha “proposto alle nuove generazioni pratiche e forme di una recitazione che ha fatto parlare italiano il teatro nel mondo”. Una storia che nasce con il Piccolo di Milano, da dove sono nate importanti produzioni che hanno raggiunto i teatri di tutta Europa.
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Due sono le ragioni cruciali che legano il nome di Pamela Villoresi a quello di Giorgio Strehler e alla grande tradizione italiana del Novecento" - scrive nella prefazione
Anna Sica, professore ordinario di Discipline dello Spettacolo dell’Università degli Studi di Palermo - "
alimentando la filologia teatrale: la sua impareggiabile carriera d’attrice e la sua unicità e squisitezza nell’arte scenica. È riuscita a preservare e a trasmettere l’antica arte scenica italiana, rivitalizzata nelle forme e nei contesti del nostro tempo. I ruoli da lei ricoperti negli ultimi cinque decenni sono esempi eccellenti della nostra migliore tradizione e contemporaneità. Le produzioni che l’hanno avuta come interprete hanno scritto le pagine più belle della storia del teatro italiano del secondo Novecento e di questi primi decenni del nuovo secolo. Recitando, Pamela Villoresi ha mescolato arte e conoscenza per impreziosire la materia di cui il teatro è fatto, l’inventio, affinché il teatro che resta e si tramanda sia per le generazioni future un giacimento prezioso di conoscenza".
Pamela Villoresi, dice
Anna Sica, incarna e, in tal senso, tramanda l’arte teatrale di Strehler: "
Con il suo primo debutto nell’Arlecchino la sua vita di attrice si intreccia con quella dell’irruento, geniale, disciplinato, appassionato, rigoroso regista, e ne apprenderà la lingua scenica. Dalle sue memorie emerge la ragione per la quale il comune lavoro del regista e dell’attrice determina un “concetto visibile”: il concetto, cioè il giudizio critico del regista, viene reso visibile in scena dall’interpretazione dell’attrice. Entrambi, regista e attrice, si mostrano soggetti e oggetti della creazione e della materia di cui la scena si nutre, scrittura e recitazione di essa".