Note di produzione di "Ciao Bambino"
Ciao Bambino è una storia di amicizia, amore e sopravvivenza. E’ la storia di un uomo-bambino che vuole e deve crescere, non importa se più o meno velocemente di quanto sia necessario. Attilio prova a vivere a testa alta in un mondo di detriti, portati a valle dalla corrente delle vite degli altri: quella del padre, quella di Martinelli, quella di Vittorio. Risalire la china della sua vita diventa il suo unico obiettivo. Ma per farlo ha con sé solo gli strumenti della frastagliata esperienza adolescenziale: un lavoro illegale, un amore impossibile, una fuga troppo vicina e troppo pericolosa. Troppi errori lungo il percorso per sperare in un lieto fine. Anastasia rappresenta il primo amore, quello più spericolato di tutti. L’adrenalina di questo amore fa di Attilio un uomo che a tratti riesce nell’intimo delle sue scelte a essere più adulto e lungimirante di tutti i vecchi che lo circondano. Sa cosa fare per salvare il padre dalle grinfie dello strozzino Vittorio, sa cosa fare per rubare i soldi a Martinelli, sa dove andare per nascondersi e vivere il suo amore con Anastasia. Il mondo di Attilio è quello del Rione Traiano, il quartiere di origine e dove attualmente vive il regista Edgardo Pistone. La fuga di Attilio è la fuga di Edgardo: Autobiografica seppur immaginaria. Il mondo raccontato è fatto di elementi semplici: l’amicizia con gli amici di sempre con i quali si condividono i pensieri e gli atteggiamenti più infantili, senza vergogna anzi con l’esaltazione puerile e maschile dello spogliatoio; l’amore per la famiglia, amore taciuto e silenzioso, che non si consuma mai se non nel gesto estremo di liberare il padre; la voglia di libertà ed emancipazione che porta Attilio da Martinelli a vendere piccole refurtive e a guardare le spalle di Anastasia mentre si prostituisce. Stampato sulla faccia dei protagonisti della nostra storia leggiamo la parola desiderio, e se qualcuno sbaglia non importa perché i bambini sono tutti innocenti.
Perché il bianco e nero
La scelta del bianco e nero aiuta il film a elevare la storia romanzesca del racconto e lo spoglia del realismo emulato già da tanti film. Un ulteriore elemento riguarda la storia del cinema di ieri: il bianco e nero era usato per le storie realistiche e il colore per quelle fantastiche e avventurose mentre oggi accade il contrario, non solo come in questo film, e la realtà è ormai sempre a colori mentre la sua elaborazione artistica più ardita è in bianco e nero. Il film è anche per questo immaginato in bianco e nero, come a voler minare le certezze della realtà per calarsi nella deformazione espressiva del racconto e della rappresentazione. Questa scelta permette una rielaborazione estetica della realtà particolare rendendo universali i sentimenti raccontati.
Casting
Il casting è stato scelto sulla base della vicinanza degli attori ai personaggi immaginati in sceneggiatura. La prima cosa richiesta era la vitalità da catturare negli schemi rigidi di un set cinematografico con l'intenzione di creare un conflitto tematico tra il cinema e la vita. Gli attori sono stati scelti dopo un lungo e faticoso street casting ed era richiesto l'uso della lingua napoletana per quanto riguarda tutto il cast ed ucraina per il personaggio di Anastasia. La scelta più curiosa è quella di mio padre nel ruolo di Luciano che ha dato la possibilità ad entrambi di esplorare i nostri conflitti. Oltretutto a Luciano Pistone come a gran parte del cast non era mai capitato di recitare per un film. I ruoli secondari sono stati scelti tra attori di talento che fino ad oggi non hanno ancora avuto modo di esprimere il loro potenziale creando un cast di volti nuovi e autentici non ancora visti sul grande schermo.