Note di regia di "Le Altre Vite"
L’anno scorso mi sono ritrovato spesso ad avere a che fare con gli ospedali e mi sono accorto che il dolore può essere un prisma attraverso cui raccontare le persone. Le altre vite nasce dal tentativo di mettere a confronto l’esperienza di chi soffre con quella di chi assiste alla sofferenza altrui fino al punto di alienarsi.
L’elemento fantascientifico – una tecnologia che permette di simulare incontri con persone morte di cui si serbi memoria – è un mezzo per mettere in scena un costante contrappunto visivo e sonoro: da una parte del vetro lo sguardo soggettivo dei pazienti che dialogano con i morti nel tentativo di diluire il lutto, dall’altra lo sguardo oggettivo del supervisore sul vuoto cui essi si rivolgono.
Pur nel tempo contenuto di un cortometraggio, ho ritenuto importante provare a ritrarre una serie di personaggi attraverso il loro rapporto con il lutto. Per fare ciò ho mescolato attori professionisti a persone che mettevano in scena solo loro stesse e il vissuto di ciascuno di loro è stato prezioso per raccontare questa storia nel modo più sincero possibile.
Nicolò Folin