Bruno Segre non si è mai arreso. È stato partigiano, giornalista, avvocato e politico. Ha attraversato il Novecento, la Resistenza (fu sparato e incarcerato dai fascisti), e lasciato ai presenti, finchè ha potuto, lucide parole in difesa della democrazia e della libertà. Per 105 anni, fino al giorno della sua morte, il 27 gennaio 2024: “Bruno Segre. L'uomo che non si arrende” è l’ultimo ritratto della sua storia umana e politica, l’ultimo documentario firmato dal regista
Daniele Segre, a lui omonimo, scomparso otto giorni dopo, l’8 febbraio. Il film è da oggi, lunedì 14 ottobre, in streaming su OpenDDB, la più grande piattaforma in Europa per opere indipendenti (al link
https://openddb.eu/brunosegre).
Omonimi, piemontesi, ma non parenti, Bruno e Daniele Segre hanno operato per tutta la vita inseguendo i valori più alti del vivere civile, educando alla democrazia, cercando sempre principi di libertà, difendendo l’antifascismo, nelle loro professioni e lunghe carriere. La loro vicina scomparsa ha lasciato vuoti, come sempre succede per la mancanza di chi incarna nobili esempi di vita, colmabili solo con la memoria del loro vissuto, delle loro idee. dei loro lavori. “Bruno Segre. L’uomo che non si arrende” è un omaggio a questo scopo, un ricordo da tenere a mente.
“Un tempo di memoria di un uomo di 104 anni con una storia umana e politica necessaria da raccontare. - si legge nelle note di regia di Daniele Segre - La macchina da presa segue il protagonista mentre il 24 aprile del 2022 e del 2023 dal palco di Piazza Castello a Torino celebra la liberazione dell’Italia dal nazifascismo; nel suo girovagare nell’appartamento sovraccarico di libri e riviste, nel raccontare gli aspetti più salienti della sua lunga vita politica, le battaglie civili come avvocato a difesa dell’obiezione di coscienza, della legge sul divorzio, di giornalista; nel leggere poesie di Bertolt Brecht, il suo autore preferito.”
L’Avv. Bruno Segre è nato a Torino il 4 settembre 1918. Il 20 settembre 1870, il capitano Giacomo Segre, fratello del nonno - l’avvocato Emanuele Segre - apre con la sua artiglieria la breccia di Porta Pia, liberando Roma. In Italia con le leggi razziali a Segre non era permesso esercitare la professione di avvocato, e in quegli anni si guadagnava da vivere dando lezioni private, compilando tesi di laurea e collaborando a settimanali di novelle. Il 21 dicembre 1942 viene arrestato per “disfattismo politico” e trascorre oltre tre mesi in carcere, mentre suo padre viene internato in Abruzzo. Nel settembre 1944 viene catturato e rinchiuso nella caserma di via Asti e poi trasferito nelle carceri giudiziarie “Le Nuove”. Entra a far parte della resistenza armata arruolandosi nella 1a divisione alpina “Giustizia e Libertà”. Il 31 agosto 1949 difende il primo obiettore di coscienza in Italia, Pietro Pinna, dinanzi al tribunale militare di Torino. Un’importante battaglia politico-legale è stata anche quella per il divorzio, insieme all’onorevole Loris Fortuna. Dal 1949 al 2018 partecipa e scrive sulla rivista “L’incontro”, un mensile indipendente contro l’intolleranza religiosa e il razzismo. Dal 1975 al 1980 è capogruppo del Partito Socialista Italiano nel Consiglio Comunale di Torino, ma esce dal Psi all’epoca di Bettino Craxi. Fino al 2023, in occasione del 25 aprile, è intervenuto dal palco di piazza Castello a Torino per difendere i valori dell’antifascismo, dove ha avuto origine l’incontro e il documentario di Daniele Segre.