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Come si vivono le ultime ore prima della prima? Con parecchia ansia, verrà tanta gente...": con queste parole sincere il regista
Mario Ricci si appresta a presentare a Roma ad Alice nella Città nella sezione Onde Corte - Fuori Concorso Panorama Italia il suo esordio nel cortometraggio, "
L'Attento".
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Ho iniziato con il cinema lavorando sui set, andando su quello di The Young Pope quasi dieci anni fa, facendo l'assistente personale di Paolo Sorrentino", ricorda Ricci. "
E' stato complicato ritrovarmi il primo giorno con Jude Law, Diane Keaton, Silvio Orlando e altri mostri sacri: era il mio sogno da ragazzino trovarmi lì! Poi ho continuato, ho seguito e stretto amicizia con molti colleghi, su set grandi e su set piccoli, dove capisci come rendere al massimo con poco. Da cosa nasce cosa, e ho incontrato il produttore del corto, Simone Gattoni di Kavac, lavorando a Sei pezzi facili: la mia idea gli è piaciuta e siamo qui, ora".
Tante le persone fondamentali per la riuscita del progetto: "
Devo citare almeno Federica Forcesi al montaggio, Stefano Mancini alla fotografia e il mio amico e assistente di regia Nicola Zapparoli, ma i nomi da fare sarebbero molti di più".
"L'Attento" è stato girato in soli tre giorni. "
Il primo - spiega Ricci -
in campagna in mezzo ai maiali, il secondo alla stazione di Roma Termini e l'ultimo in un corridoio sotterraneo degli studi CityLab 971 sulla Salaria. Tre giorni intensi e difficili, come tre sono sostanzialmente le parti in cui è diviso il racconto. Il freddo di CityLab lo ricordo ancora bene, ma anche le altre location hanno avuto le loro difficoltà".
L'idea nasce prima del Covid. "
Sono di Napoli, spesso faccio avanti e indietro con Roma sui regionali meno cari: un giorno tornando a Termini sono quasi incappato in un allarme terrorismo, era un periodo caldo e un uomo aveva comprato un mitra giocattolo per il figlio... era bastato questo a scatenare il panico. Lo spunto iniziale è quello, poi ci ho aggiunto altre mie suggestioni. Il titolo? Assomiglia alla parola attentato, e poi è anche il monito - Stai attento! - che mi diceva sempre mia madre".
In chiusura, il ringraziamento al cast: "
Ho avuto la fortuna di avere questi attori con me: di Giordano Agrusta mi sono innamorato in Sei pezzi facili, con il suo dialetto strano che non si capisce cosa sia. Metin non è un attore, è un videomaker e fotografo: entrambi sono stati perfetti".
17/10/2024, 09:00
Carlo Griseri