Note di regia di "Natale Fuori Orario"
Il mese di dicembre ha per Vinicio un valore particolare. È il mese in cui cade il suo anniversario e in cui si celebrano le feste , lo stare insieme. È un mese “sacro”. Il botto finale però lo fa esplodere prima del 31, nei suoi ormai mitici concerti di Natale sul palco del bellissimo club “Fuori Orario” di Taneto di Gattatico (RE), in cui “gioca in casa”. Nel 2007, quando ho iniziato ad immortalare questi magici eventi, il “rito” era già in corso da qualche anno, da lì in poi le edizioni e le registrazioni si sono susseguite. Qualche Natale fa, in occasione delle riprese a porte chiuse del concerto “del coprifuoco”, così defin ito da Vinicio, rivedendo alcuni di quei vecchi video, mi sono reso conto che quelle registrazioni meritavano di essere in qualche modo riportate alla luce e condivise. Vinicio intanto stava iniziando a progettare e incidere un album di “canzoni per le fes te” e questa occasione ha contribuito a far nascere l’idea per un documentario che rendesse omaggio a quei repertori video. In questo lavoro, come nel mio precedente “La faccia della Terra”, ho provato ad uscire dalle convenzioni narrative. Mi sono nuovame nte posto il problema di come poter andar oltre la
forma documentaristica classica, strutturata generalmente con interviste alternate a un repertorio. L’idea di base iniziale era quella di mettere in scena i contributi dei concerti in forma di ricordi evoc ati, attraverso un’ intervista di “finzione”: Vinicio anziano, nel Natale 2047, ad un’età in cui i propri ricordi diventano diamanti, ci racconta i suoi trascorsi mitici al Fuori Orario. Vinicio ha successivamente arricchito il soggetto pensando al coinvol gimento dei suoi peggiori/migliori amici, sviluppando il tutto in una sorta di fanta roadmovie. Da quel momento la sceneggiatura è ulteriormente cresciuta attraverso un rimbalzo di idee tra me e Vinicio: senza dubbio la fase più divertente in cui la prospe ttiva distopica dava carta bianca all’assurdo. Ad esempio, un’opera in plexiglass dell’amico designer “Dum Dum” Stefanini (presente nel film nel ruolo di buttafuori) ha dato l’ispirazione e l’idea della capsula crio - conservante, che preserva il mitico gest ore del
club (Franky la Luce, Franco Bassi, gestore del Fuori Orario anche nella realtà).
Co - protagonisti sono diventati, oltre a Vinicio, Il Gigante e il Mago, “the Trinity”, accompagnati dal Krampus Caregiver Donatello. Nell’imminente non ben precisata c atastrofe decidono di far compiere allo storico gestore un ultimo viaggio verso l’amato club, nella capsula caricata sul tetto dell’antica/futuristica Mercedes Benz. La chiave narrativa del docu - film è questa: i materiali d’archivio hanno ruolo di “ricordi ” dei nostri anziani personaggi, rivissuti tramite flashback
ma anche tramite medium tecnologici quali la realtà virtuale. Allo spettatore si presenta una continua alternanza fra sospensione dell’incredulità e “realtà”. Le scene di fiction si alternano ai repertori
“reali”. Altra rottura degli schemi narrativi è la scelta di inserire a sorpresa in ciascuno dei tre monologhi, momenti in cui i protagonisti si confidano direttamente allo spettatore. Avviene la cosiddetta “rottura della quarta parete”: il condi videre i propri pensieri e segreti con “sguardo in camera” aiuta chi guarda il film a passare da spettatore a partecipante. Nei ricordi ci si può però rimanere imprigionati, tanto da non potersi più muovere: nella sua voluta leggerezza il film sfiora ironi camente diverse tematiche molto serie e d’attualità come le realtà virtuali e le loro indotte dipendenze; le catastrofi indotte dalla stupidità umana; il fenomeno crescente degli umani “crioconservati” e poi soprattutto una riflessione sul rito delle feste e
della musica “in presenza”, la loro funzione vitale anche in momenti di buio. Il tono ironico del documentario è diretta estensione del linguaggio di Vinicio, in costante bilico tra il sentimentale e una spregiudicata ironia, tra delicatezza e viscerali tà. Per la cinematografia delle sequenze di fiction “distopiche” ho avuto l’onore e il piacere di avvalermi del prezioso contributo del Maestro della Fotografia Luca Bigazzi.
Gianfranco Firriolo