L'esordio dietro la macchina da presa è sempre un momento delicato ed emozionante, se poi avviene in anteprima alla
Festa del Cinema di Roma e a un'età non più verdissima ("
Ho 56 anni, ho fatto molte regie a teatro ma nel cinema è il mio esordio", rivela lei stessa) lo è ancora di più:
"Il Presente" di Francesca Romana Zanni si prepara a farsi conoscere dal pubblico per la prima volta.
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C'è molta emozione buona, nessuna ansia: dopo aver lavorato tanto la curiosità è sapere come verrà accolto", aggiunge Zanni, esordiente come attrice a 19 anni in tv, a 23 in teatro, a 26 nel musical, a 30 in radio.
Il cortometraggio si potrebbe presentare come dedicato al tema della maternità surrogata.
Lo ritengo un macrotema che ne contiene tanti altri: ho cercato di raccontarli, per quanto possibile, in maniera non superficiale, affrontandoli senza pregiudizi. Così ho scelto il titolo, che ha due sensi: un presente è un dono, ma il presente è anche quello che sta succedendo oggi, sotto i nostri occhi, e che magari non vediamo o fingiamo di non vedere. Il discorso sulla maternità mi sta molto a cuore, gli ho dedicato anche i miei ultimi due spettacoli teatrali, anche se in maniera diversa.
Mi sembrava interessante, se non utile, raccontarlo: l'idea mi è venuta quando ho letto la notizia di una mamma di 70 anni, mi si è accesa una lampadina. Ciò che è scientificamente possibile è eticamente ammissibile?
Per la messa in scena quali sono state le ispirazioni?
Le ispirazioni principali sono state "Carnage" di Polanski e "Cena tra amici": la cosa più difficile per una regista al debutto è fare un film in un unico ambiente, con gente seduta a tavola. Mi sono presa questo rischio, capire come affrontare la messa in scena: sono stata aiutata dall'esperienza fatta a teatro e dagli attori, tutti bravissimi.
Si sono messi in gioco prima ancora di leggere la sceneggiatura, facendo con me tante chiacchiere sul tema prima di iniziare a provare. Sono arrivati sul set pronti e ognuno con una grandissima conoscenza del proprio personaggio.
Come ha costruito il cast?
Devo ringraziare moltissimo il produttore Nicola Prosatore, di Briciola: gli ho detto chi avrei voluto nel cast e lui li ha convinti tutti e quattro!
Molto bello per me che abbiano accettato subito: sono partita dalla madre, Iaia Forte, che è stata molto autoironica e perfetta, mentre per suo figlio volevo Massimiliano Caiazzo ma non ci speravo. Sono tutti attori che lavorano tantissimo, incastrarli nei due giorni di riprese è stato difficilissimo.
Per gli altri due ruoli abbiamo Barbara Chichiarelli e Alberto Malanchino, rispecchiavano esattamente quel tipo di personaggio, sono stata fortunata.
Anche il tema della famiglia come ambiente poco sano viene fuori...
Ne avevo scritto una primissima versione più in commedia, poi riscrivendo con Armando Maria Trotta abbiamo capito che il tema andava trattato con più delicatezza, il confine era molto labile, bisognava rispettarlo.
L'idea era raccontare una famiglia non naturale che cerca di esserlo a modo suo. Vero che qui tutti cercano un po' di fregarsi tra loro, o così sembra: ma i figli si fanno per egoismo, non è mai altruista il primo pensiero, anche se forse non lo sai nemmeno... e lo dico da mamma.
Poi, ribaltando quanto diceva Tolstoi, credo che ogni famiglia felice sia felice in modo diverso!
E ora, all'orizzonte nuovi film?
Io penso che ogni storia abbia la sua modalità di essere raccontata, nasco drammaturga e sceneggiatrice ma questa storia andava raccontata con il cinema, e in un corto. I corti oltre ai festival si vedono poco, è vero, ma magari qualcuno ci crederà e potrà diventare un lungo... chi lo sa.
18/10/2024, 08:17
Carlo Griseri