IL RAGAZZO DAI PANTALONI ROSA - Parte il
progetto “Uniti oltre il bullismo”
Questa mattina, al Cinema Adriano di Roma,
Alice nella città ha organizzato una proiezione speciale del film “
Il ragazzo dai pantaloni rosa” di Margherita Ferri, alla presenza di oltre 200 studenti delle scuole superiori. L’evento, che dà il via al programma “Uniti oltre il bullismo”, rappresenta il primo passo di un percorso che mira a promuovere l’educazione sentimentale e la comprensione delle differenze, due pilastri fondamentali per contrastare fenomeni di bullismo e discriminazione.
In apertura Gianluca Giannelli, uno dei direttori di Alice nella Città, e Roberto Proia di Eagle Pictures, hanno sottolineato l’importanza di un progetto che valorizzi il cinema come strumento di riflessione e crescita, creando uno spazio in cui i giovani possano confrontarsi apertamente su temi spesso difficili da affrontare.
Al termine della proiezione, i ragazzi hanno avuto l’opportunità di dialogare e confrontarsi con quattro formatori di Uniti per la scuola, programma nato dall’Associazione Unita, in collaborazione con Alice nella città e l’Accademia del Cinema Italiano Premi David di Donatello, per promuovere una didattica artistica e pedagogica integrata nelle scuole. Oltre al dialogo, i formatori hanno guidato i ragazzi in semplici ma significativi esercizi, invitandoli ad una percezione empatica che non richiede parole. Un momento intenso, che ha permesso di abbattere le barriere invisibili e di creare uno spazio di attenzione reciproca, dove ogni studente ha potuto sentirsi visto e accolto per ciò che è, in un esercizio che sintetizza il vero senso di educazione affettiva.
“Uniti oltre il bullismo” è un percorso pensato per lavorare sulle radici profonde del bullismo, della discriminazione e della violenza di genere, sensibilizzando gli studenti al rispetto dell’altro e promuovendo un senso di empatia e comunità all’interno delle classi. Attraverso un linguaggio emotivo e accessibile, il progetto si propone di rendere i giovani più consapevoli dell’impatto delle parole e delle azioni, trasformando le scuole in spazi di crescita e supporto reciproco.
“Abbiamo voluto dare una risposta concreta, concordandola anche con le istituzioni, lavorando fin da subito con i docenti per supportare le scuole e fornire strumenti reali contro il bullismo” dichiarano i direttori di Alice nella città, Fabia Bettini e Gianluca Giannelli. “Il gruppo classe deve diventare un reagente positivo, un ambiente capace di opporsi al bullismo e all’omofobia senza cadere nella trappola del branco. Educare significa letteralmente ‘tirare fuori’ e noi vogliamo aiutare i ragazzi e i loro insegnanti a scoprire e valorizzare ciò che hanno dentro, a trovare la propria voce e a riconoscere la bellezza di ogni diversità. È solo imparando ad accettare le differenze e comprendere i sentimenti, propri e altrui, che possiamo costruire una comunità più forte e inclusiva”.
Se al festival, in occasione della proiezione de “Il ragazzo dai pantaloni rosa”, con 700 ragazzi, il pubblico in platea non ha avuto modo di accorgersi di nulla, né durante la proiezione né nell'incontro stampa a seguire con il cast, venendo a conoscenza solo dopo alcune ore dell'episodio avvenuto in galleria, “riteniamo che adesso, per reagire alla violenza verbale e ad atteggiamenti vili e relegati al piano di sopra nel buio della sala - proseguono i due Direttori -, la miglior reazione sia portarli alla luce e lavorare da subito con gli insegnanti che sono tutti i giorni con i ragazzi e sono indispensabili e preziosi alleati per fermare sul nascere il bullismo lavorando nel profondo in modo verticale tutti assieme”.
“Il progetto Uniti oltre il bullismo nasce dall’esigenza di liberare potenzialità, allargare gli sguardi e forgiare conoscenze e strumenti in grado di rispondere alle tante storture della società. Attraverso questo percorso, vogliamo opporci alle ingiustizie e alle discriminazioni che si moltiplicano ogni giorno, dando voce ai ragazzi e offrendo loro un’opportunità di raccontarsi nel profondo, di riconoscersi e di accettarsi per quello che sono. Crediamo che solo attraverso il dialogo aperto e la condivisione di esperienze si possano superare barriere e costruire un futuro più giusto per tutti”.
“Oggi, con Alice nella città e i formatori di Uniti per la Scuola, abbiamo avuto la prova che si può fare molto nell’educazione affettiva. L’esperimento di guardarsi negli occhi, senza parole e senza giudizi, o semplicemente chiudere gli occhi, ci ha portato a ritrovare una dimensione interiore fatta di attesa, di ascolto profondo dell’altro, di percezione senza giudicare. Se dovessi sintetizzare in una parola… direi attenzione, cura verso l’altro” ha commentato Rossella Lozzi, docente dell’IIS Tommaso Salvini di Roma.
05/11/2024, 18:44