Note di regia di "Per il mio bene"
PER IL MIO BENE è il racconto del viaggio interiore di Giovanna alla ricerca delle proprie origini, fatto di scoperte sconvolgenti, accettazioni sofferte e anche di perdono. Davanti alla necessità di sopravvivere a una grave malattia, per lei diventa più forte il bisogno di fare i conti con il proprio passato e inseguire il desiderio di verità, quello che determina poi il tema principale del film: l’identità, come frutto del riconoscimento. Da dove vengo? A chi appartengo? E quindi chi sono? Attraverso la naturale convergenza di due realtà dell’essere madri e figlie (adottive e biologiche), ogni personaggio diventa lo specchio dell’altro e il ponte naturale tra passato, presente e futuro, tanto da chiederci fino a che punto sì è madri e fino a quando si resta figli? Domande assolute, legate alla natura complessa dei rapporti umani, quelli che da sempre mi incuriosiscono, mi appassionano e mi toccano. Nel film non inseguo risposte ma osservo il risultato emotivo di queste riflessioni. L’intera narrazione, infatti, oltre che di luoghi e ambienti, che qui sono il riflesso di un temperamento, di una condizione e di uno stato d’animo, vive soprattutto di emozioni. Esse guidano i pensieri di tutti i personaggi, diventano il motore delle loro parole, delle loro azioni e rendono eloquenti i loro sguardi e i loro silenzi. Ho curato uno stile visivo essenziale e rigoroso per non snaturare la verità di ogni singolo sentimento raccontato, per non disperderne la vitalità e la purezza e permettere subito allo spettatore di riconoscersi e arrivare dritto al cuore di questa storia, che è, al tempo stesso, cruda e tenera, intima e universale, svelata in punta di piedi.
Mimmo Verdesca