DOVE SIAMO? - Quella magia rara dei film "per caso"
Emma Onesti porta sul grande schermo la sua vita personale, la dolce complessità della famiglia, anzi, delle famiglie, che sommandosi e intersecandosi costruiscono nuovi rapporti personali.
L'occhio della regista coincide (quasi sempre) con la macchina da presa e descrive con piglio diaristico gli aneddoti di una vacanza, di un viaggio, e dell'intimità di un nucleo famigliare alle prese con la quotidianità. Con inquadrature mai estetizzanti, sempre vicine alle persone (perché le inquadrature sanno chi sono), e didascalie che sono appunti personali, Onesti "ricostruisce" la sua storia personale e mediante queste immagini svela tutti i non-detti di vite che procedono abitudinariamente, senza svelare e discutere niente.
Qualche giorno di avventura privata diventa un'ora di memorie, di fantasmi di un tempo che diventa passato mentre sta accadendo.
Dove siamo? Con la testa, col cuore, col corpo, coi ricordi.
Dove siamo? Ogni possibile risposta sarebbe più facile di questa domanda.
Alina Marazzi in
Un'ora sola ti vorrei condensava in un tempo breve le riprese d'archivio della madre che ha a malapena conosciuto per immaginare un dialogo con lei che non è riuscita ad avere, e allo stesso modo (e con la stessa durata) Onesti tratta l'archivio del suo ricordo personale, o perlomeno di ciò che ha filmato, col rispetto che si prova per un momento importante che è volato via, un attimo effimero.
È molto interessante che invece di usare il mezzo del cinema per elaborare il passato, sembri che la regista sia interessata a capire meglio il presente che sta vivendo e filmando, esorcizzandolo col senso dell'ordine dato dal montaggio (di Andrea Miele).
Come nel documentario di Marazzi, anche in
Dove siamo? il tempo e lo spazio sono unicamente riferiti al personaggio, anzi, alla persona e alle persone, ben prima che alle unità di luogo e ordine degli eventi. Ogni tappa della vacanza è una cartolina straordinaria dell'esperienza del piccolo Simone, protagonista de facto, innamorato della misteriosa macchina da presa al punto da farsi distrarre dall'obiettivo mentre fa gli esercizi di apprendimento, e vero fulcro della domanda retorica del titolo.
La regista, tramite l'immedesimazione con la sua famiglia, ci mostra "dove sono" stati loro, ma pone a noi una serie di domande: ci chiede dove sono loro, dove siamo noi che guardiamo, rispetto a loro e nelle nostre vite, con la testa, col cuore, col corpo, coi ricordi. Lucido e commovente apparentemente senza alcuna 'costruzione',
Dove siamo? è dotato di quella magia rara che hanno i film che nascono quasi per caso, come fiori che sbocciano.
06/11/2024, 18:02
Nicola Settis