Note di regia di "Europa Centrale"
La vita del fuoriuscito sotto i regimi fascisti era segnata non solo da fervore ideologico ma anche da solitudine, angoscia e paranoia. Parallelamente, il dogma del socialismo reale, costruito sulla menzogna che portò alle brutali esecuzioni cekiste, all’orrore del Holodomor e alle purghe staliniane, non dava spazio ad alcun tipo di divergenza, trascinando così la psicosi del dissidente e di ogni militante al suo stadio più oscuro e predatorio. L’Europa Centrale fu il punto focale di questa abiezione nella sua forma più distruttiva e feroce. Questa progressiva perdita di capacità di capire la realtà, definita da Lukács come “la distruzione della ragione”, è il filo rosso del nostro film. Il treno stesso diventa il simbolo di quell' irrazionalismo, quella discesa agli inferi, dove la coscienza collettiva, in quegli anni tragici, è stata portata dall’Europa totalitaria alla sua completa devastazione. Europa Centrale è dunque un viaggio nel cuore di tenebra del '900, un "dis-orient express", tutto paranoia e psicosi, dove, attraverso una regia espressionista, si è voluto raccontare non solo le conseguenze che le ideologie totalitarie hanno sulla vita degli individui, ma anche, e soprattutto, la lezione più grande appresa dalla Storia: che non abbiamo imparato nulla da essa.
Gianluca Minucci