PER IL MIO BENE - Due madri, due figlie, molte scelte
L'opera prima nel cinema di finzione per
Mimmo Verdesca arriva dopo anni di lavoro tra teatro, documentari e set da aiuto regista, anni in cui ha affinato la sua capacità di racconto, acquisito esperienza nel gestire attori (attrici, in questo caso: a parte una breve apparizione di Leo Gullotta, sono tutte donne) e nel tenere il ritmo dello scorrere delle immagini.
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Per il mio bene" è una storia di donne, di maternità, di legami fortissimi ma difficili da accettare: quando Giovanna, donna in carriera e madre single, scopre di avere un tumore al fegato in avanzato sviluppo, si rivolge a sua madre come unica possibile donatrice per salvarsi. In quel momento, di fronte all'eventualità della morte, le viene confidato di essere stata adottata: la ricerca della vera madre diventerà quindi l'unica ossessione, a costo di mettere in disparte il lavoro, sua figlia e tutto il resto.
Un cinema che non ha paura di affrontare i sentimenti, di sfidare le lacrime, di vivere le emozioni: le occasioni mancate, le cose non dette, il futuro possibile, le madri assenti, le figlie incomprese... Un grande cast, da Barbora Bobulova alle sue "madri", Stefania Sandrelli e Marie Christine Barrault, senza dimenticare sua figlia Sara Ciocca, servono al meglio l'impianto emotivo. Ogni aspetto della storia sembra pensato per creare empatia con il pubblico, chiamato ad affrontare questo racconto con sincerità e apertura d'animo. Altrimenti meglio astenersi.
Il tema principale del film? Spiega Verdesca: "
L’identità, come frutto del riconoscimento. Da dove vengo? A chi appartengo? E quindi chi sono? Attraverso la naturale convergenza di due realtà dell’essere madri e figlie (adottive e biologiche), ogni personaggio diventa lo specchio dell’altro e il ponte naturale tra passato, presente e futuro, tanto da chiederci fino a che punto sì è madri e fino a quando si resta figli? Domande assolute, legate alla natura complessa dei rapporti umani, quelli che da sempre mi incuriosiscono, mi appassionano e mi toccano. Nel film non inseguo risposte ma osservo il risultato emotivo di queste riflessioni".
03/12/2024, 18:42
Carlo Griseri