Note di regia di "Fav e gli Altri"
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...e se il cinema è libero ma libero veramente mi piace ancor di più perché libera la mente..." - parafrasando "La radio" di Eugenio Finardi.
Insegnare cinema non vuol dire trasmettere solo nozioni ma esperienza, conoscenza, abilità, competenza e dedizione per un mestiere bellissimo ma impegnativo. Per questo è importante
accompagnare un giovane lungo il suo percorso didattico simulando un vero set, una vera direzione degli attori, un vero allestimento delle scene e tutti gli strumenti necessari per riflettere su ogni dettaglio, dedurre, capire, creare, ma anche improvvisare. Solo così si può stimolare un allievo a ragionare con la propria testa, invitarlo a non omologarsi seguendo le mode del momento, ma soprattutto a cercare in se stesso il suo talento e renderlo visibile a tutti attraverso le immagini per poi diventare nel corso del tempo un narratore, un autore indipendente, uno stilista insomma non un sarto al servizio di discutibili atelier. “Non ho mai insegnato nulla ai miei studenti; ho solo cercato di metterli nelle condizioni migliori per imparare.” diceva Einstein. Applicate al cinema queste “condizioni migliori” si traducono solo in una cosa: stare in una bottega nella quale si apprende “creando”, in una dimensione innovativa basata sulla realizzazione di cortometraggi, lungometraggi e documentari a budget 0. EsperimentI certo, ma essenzialI affinché i giovani che ambiscono ad esprimersi con il cinema capiscano che lo possono fare anche senza produttori, grandi finanziamenti e compromessi che inevitabilmente inquinano le idee e limitano la libertà d’espressione.
Maurizio Zaccaro