Note di regia di "Indagine di Famiglia"
“
….le lacrime non versate, i segreti e i dolori di famiglia, le identità inconsce e lealtà familiari invisibili camminano sui figli e sui discendenti.” Alejandro Jodorowsky
In INDAGINE DI FAMIGLIA ho compiuto l’ardua impresa di realizzare un film di finzione utilizzando i veri luoghi e anche gli oggetti della storia vera. Racconto una storia accaduta nella Sicilia rurale di fine ‘800, una storia di contadini e di baroni, di latifondi e lotte di classe, ma anche una vicenda di rancori personali che sfociano in un delitto, la cui colpa ricadrà sulle spalle dei più deboli. È a tutti gli effetti una “Crime Story”. In questo caso si tratta di un delitto che per oltre cento anni ha lasciato impuniti i veri colpevoli e non ha riabilitato il nome e la memoria di Sebastiano Spada e dei suoi tre figli, che hanno scontato la pena carceraria per conto dei veri assassini. Una delle principali ispirazioni cinematografiche è stata infatti Sacco e Vanzetti di Giuliano Montaldo, il film del 1972 che raccontava un’analoga storia vera di ingiustizia.
Il racconto si snoda su due diversi archi temporali: da una parte il racconto in costume di una Sicilia incantata, aspra e genuina con le casupole dei contadini, le chiese barocche e le masserie imponenti dei padroni, e dall’altra quello odierno, in cui un giovane parte dal Connecticut per andare a riscoprire in Sicilia le origini della sua famiglia di emigrati. La doppia ambientazione, spaziale e temporale, lo rende un film che mostra allo stesso tempo l’immagine di estrema povertà di una civiltà contadina che si è sviluppata per millenni in riva al mare, e la modernità di un’indagine condotta da un giovane che viene da un “altro mondo”, dalla contemporaneità, dalla velocità, dalla tecnologia e che dovrà faticare molto per stabilire una connessione con le sue radici e la storia.