Note di regia di "Al Progredire della Notte"
Quando ho incontrato la prima volta le co-sceneggiatrici non avevo nessuna idea precostituita sul nuovo film, ma un solo, grande punto fermo: volevo raccontare una fiaba basata sulle storie paurose che ascoltavo da bambino, su alcuni fatti di cronaca, su alcune leggende urbane e popolari tipiche delle nostre terre.
Durante il processo di scrittura abbiamo stabilito che ogni elemento della storia dovesse sottostare a una duplice finalità, estetica e produttiva: fondamentale per noi era infatti scrivere una sceneggiatura sostenibile finanziariamente, che permettesse al film sia di essere realizzato al meglio, sia di massimizzare i profitti commerciali.
Abbiamo quindi introdotto alcuni aspetti come l’unità di tempo e di luogo e la rigorosa restrizione del numero dei personaggi e delle ambientazioni principali. Questi apparenti limiti si sono presto tramutati in risorse: una volta stabiliti questi paletti ci è apparso chiaro che la
sceneggiatura si dovesse concentrare sul mondo interiore della protagonista, diventando una storia di crescita, una specie di racconto di formazione oscuro che raccontasse lo sviluppo emotivo di una persona posta in circostanze eccezionali.
Così, come era nelle nostre intenzioni originali, la storia ha iniziato a prendere forma attingendo man mano sia da alcune leggende del nostro territorio -in questo una costante ispirazione sono stati alcuni testi di Eraldo Baldini, che ci hanno influenzato in maniera sottile ma decisivasia da alcuni film che ci avevano particolarmente colpito - su tutti la bellissima e dimenticata serie televisiva “Voci Notturne” scritta dal Maestro Pupi Avati - nonché da determinati fenomeni tipici della nostra epoca, come la rinascita dell’interesse verso lo spiritismo che si riscontra nei principali social media.
Un’altra grande fonte di ispirazione è derivata dall’esplorazione di alcune tendenze estetiche molto popolari tra i giovani, in particolare quelle legate ai cosiddetti “spazi liminali”. Questa tendenza estetica, che ha preso piede nei primi anni del 2020, è diventata protagonista di
un vero e proprio fenomeno virale su internet. L’epicentro di questa tendenza può essere fatto risalire al 2019, quando su un forum venne pubblicata una breve clip video di un autore sconosciuto, accompagnata da un’immagine di un corridoio decorato con tappeti gialli e rivestito da carta da parati. La didascalia che accompagnava la fotografia recitava: «oltrepassando i limiti nella vita reale» si entra negli spazi liminali, una terra desolata composta da corridoi dove regnano «la puzza di un vecchio tappeto umido, il ronzio delle luci fluorescenti e circa seicento milioni di miglia quadrate di stanze vuote, segmentate casualmente, dove si rischia di rimanere intrappolati». Da quel momento, altre immagini
simili hanno cominciato a circolare su Reddit, Twitter e TikTok. Nel novembre 2022, il subreddit /r/LiminalSpace su Reddit aveva superato i 500.000 follower, mentre il profilo Twitter @SpaceLiminalBot, dedicato al photoposting sugli spazi liminali, contava oltre 1,2 milioni di follower. Su TikTok, l’hashtag #liminalspaces aveva raggiunto più di due miliardi
di visualizzazioni.
Durante il racconto, Claudia si troverà intrappolata proprio in uno di questi misteriosi “spazi liminali”…
Ecco quindi che la nostra semplice fiaba paurosa si è via via stratificata, diventando una fosca storia di crescita venata da molteplici influenze, un racconto pauroso attraverso cui Claudia, la protagonista timida e insicura, impara ad allontanarsi dall’influenza negativa di sua madre, una donna eccessivamente ansiosa che le impedisce di vivere fino in fondo la sua vita.
Siamo infine arrivati al termine di questo percorso di scrittura sorpresi e stupiti, notando come molti temi e situazioni della storia emersi in maniera spontanea avessero in realtà una perfetta corrispondenza con alcuni momenti importanti della nostra vita, quasi come se l’ultima influenza di questo racconto misterioso fosse proprio l’elemento più oscuro di tutti…il nostro inconscio, con tutti i suoi profondissimi segreti.
Davide Montecchi