Note di regia di "Nero"
Le periferie delle periferie sono un continente a parte dove convivono tutti i continenti, dove le regole naturali sono spesso riscritte. In questi non-luoghi, il rispetto dei confini è individuale e il concetto di individualità è un Dio da rispettare, costi quel che costi. Qui la sola democrazia è l’individuo.
Nero, il protagonista del film, si sente un immigrato in questo continente di immigrati, ma con l’atteggiamento del colonialista, di chi è perennemente in credito.
Non è nero per niente, in verità, solo che in mezzo a questa comunità in prevalenza africana ci è cresciuto, adattandosi a un luogo che raccoglie gli scarti della società, abbandonati ai margini per non dar fastidio alle persone perbene, dove irrompe l’invadente bellezza del mare divorata dagli uomini.
Il mare c’è, lo si percepisce, in questo posto concepito come promettente luogo di villeggiatura, ma che man mano è stato invaso dalla necessità. Il mare è diventato un corpo estraneo, un santo che non fa più miracoli, usato per lavare via pensieri pesanti, voltare pagina o, forse, come possibile via di fuga.
In questo film seguiamo Nero dal momento in cui tenta di procurarsi da campare illegalmente per sé e sua sorella Imma (afflitta da quello che sembrerebbe un ritardo mentale, una disabilità intellettiva mai diagnosticata e poco afferrabile).
Nel momento più basso della sua carriera criminale, dopo l’uccisione di una persona durante una rapina, la sua vita e il suo corpo iniziano a cambiare, e lui non è in grado di decifrare i segnali di questa trasformazione.
Dopo quel tragico avvenimento, Nero acquisisce un dono straordinario: guarire le persone, strapparle alla morte. Ma a che prezzo?
Nero lo scoprirà quando ormai è troppo tardi, ogni volta che lo fa perde un senso, il tatto, l’olfatto, il gusto. Tutti svaniti senza capirne il motivo.
Ma Nero è veramente disposto a perdere tutto per salvare qualcuno?
La macchina da presa sarà al suo fianco per indagare e capire, e se possibile, provare ad indossare i suoi panni, guardare con i suoi occhi.
Giovanni Esposito31/12/2024, 16:48