Note di regia di "Anime Galleggianti"
Questo film nasce dall’incontro fra il reale e il magico sull’isola atavica della Sardegna, in cui la tradizione vive come specchio delle epoche antiche. Durante un viaggio in provincia di Nuoro per le riprese del documentario Futura (2021), i ragazzi locali, in altri aspetti moderni come tutti gli altri, ci hanno dimostrato la loro passione per il “cantu a tenore”, e ho sentito subito qualcosa di mistico come un richiamo a un’epoca antica. Le voci si mescolavano con il belare delle pecore, uomo e animale si univano e si confondevano fra le montagne isolate. Facendo più ricerche sulla cultura sarda, siamo stati introdotti ai mamutzones di Samugheo, uomini che si trasformano per il carnevale, vestendosi di capra con corna e pelo. In questo modo non sembrano né uomini né animali ma quasi divinità, oltrepassando fisicamente e visivamente i confini del naturale. Queste tradizioni, vive e sentite ancora oggi, mi hanno ricordato i miei studi universitari sulle Metamorfosi di Ovidio, poema che esplora le infinite trasformazioni attraverso il mondo degli animali, delle piante e dei minerali. Idea che ho ritrovato anche in Le quattro volte di Michelangelo Frammartino, su cui ho scritto la mia tesi.
Nell’ideare questo film, Ovidio mi ha ispirato anche lo stile di raccontare, passando da una storia ad un’altra, a volte perdendoci in una storia dentro un’altra storia per poi ritrovare i personaggi più tardi. Questo metodo strutturato come un flusso di coscienza permette di filmare episodi indipendenti l’uno dall’altro, anche se sempre legati da un filo narrativo. Un esperimento ibrido nella forma di raccontare, rilevando punti d’incontro fra il reale e la fantasia. Ovidio usa la voce del filosofo Pitagora per avanzare un discorso trascendentale in cui parla delle anime che passano da un corpo ad un altro. Questa mutevolezza prende una caratteristica quasi spirituale, dimostrando che tutto l’universo è connesso. Con "Anime Galleggianti" vorrei trasmettere quest’idea attraverso il cinema, per fare diventare visibile l’invisibile. Il film è tanto l'esplorazione di una tradizione antica ancora presente oggi quanto il tentativo di espressione della trasformazione della presenza attraverso il metodo cinematografico.
Maria Gimenez Cavallo16/01/2025, 16:19