Note di regia di "Dieci Secondi"
Dieci Secondi sono i pochi istanti in cui i giochi che credevamo sicuri spariscono sotto i nostri stessi occhi per sempre.
Questo corto nasce da un bisogno personale e intimo di raccontare una perdita. Lisa si rende conto che i pilastri che aveva creduto indistruttibili si possono frammentare, compreso il piatto di chitarra al sugo cucinato dalla nonna. Fin da subito il padre è presente soltanto attraverso la propria voce, eppure dai primi minuti il suo richiamo sembra già essere un ricordo, nascosto dietro una vecchia camcorder. Rifacendomi ad alcuni filmati di famiglia ho ricostruito nel film alcuni momenti personali, ricalcando l’interazione che vivevo con mio padre dietro la videocamera. Quando Lisa si ritrova da sola a tavola al momento del pranzo, arrivano rarefatte le chiamate d’emergenza del terremoto del 6 aprile 2009: scegliere l’Abruzzo come teatro di questa piccola storia è stato per me fondamentale per esprimere quello che le persone di questa terra hanno vissuto, in pochi secondi, perdendo tutto quello che avevano. Hanno perso persone, case e oggetti e da quel giorno non le hanno più viste. Proprio come un bambino che perde di colpo ogni cosa semplice quando diventa grande, l’Abruzzo ha vissuto senza preavviso una solitudine profonda e dolorosa, che vive nei uoghi e nelle persone, e che ho cercato di portare attraverso quei richiami di aiuto. Il terremoto riesce ad esprimere in modo sonoro e visivo un prima e un dopo, sintetizza nelle spaccature che crea la frattura che c’è dentro ognuno noi quando accettiamo che esiste la fine delle cose. E nell’accettazione della morte la natura è l’unica madre a non lasciare sola Lisa e a continuare a fluire libera, col suo boato, ambigua e mai assente.
Roberta Palmieri17/01/2025, 10:29