Note di regia di "Dentro il Vaticano"
Quando mi è stato proposto di realizzare questo film, in un primo momento ho avuto il timore di dovermi confrontare con un'eccessiva responsabilità, ché il compito sarebbe stato troppo grande, soprattutto in termini spirituali e fideistici. Inoltre, erano più di sessant'anni che non veniva concesso questo permesso a qualcuno. Tuttavia, con maggiore lucidità, ho iniziato a riflettere che se davvero cercavano proprio me per realizzarlo, allora qualcosa voleva ben dire. E ho accettato, senza ripensamenti. Quello che però mi mancava era una chiave interpretativa che non fosse né critica, né tanto meno agiografica, ma neppure neutra. Dovevo trovare qualcosa che volessi raccontare attraverso questo storico, minuscolo e misteriosissimo Stato. Ho iniziato così a frequentare il luogo, le persone, a fare conoscenze più o meno approfondite, e ho compreso che ciò che maggiormente caratterizza la vita e il lavoro all'interno della Città del Vaticano è la “cura”. Il prendersi cura degli “altri”, siano essi persone, piante, cose, oggetti più o meno sacri, astrazioni intangibili come la musica o le fotografie. Ciascun protagonista che appare in questo film si prende cura di qualcosa o di qualcuno. Ciascuno porta con sé un atto di amore e di devozione per servire qualcosa di più alto e di più nobile, qualcosa che molti di noi forse neppure comprendono appieno. Una sorta di missione collettiva. Quello che ho voluto restituire, insomma, sono state proprio questa dedizione e questa fedeltà, anche e soprattutto nei confronti del pontificato di Papa Francesco. Lo stesso Papa che, nello scorcio finale del film, dimostra affetto e attenzioni per chi lo circonda, prendendosi cura delle generazioni che verranno, di coloro che un giorno, chissà, saranno forse proprio i cittadini e/o i lavoratori del Vaticano.
Questo è inoltre il motivo per il quale ogni persona che compare nell'opera, nel citare Sua Santità, lo evoca, evoca una parte del suo pensiero, della sua presenza all'interno dello Stato. In qualche modo rispetta e rilancia il soglio di San Pietro da lui incarnato e, insieme, lo serve e lo gratifica. E come in un circolo virtuoso, un cerchio che si chiude, il cerchio della vita, sarà proprio il Santo Padre a ringraziare per questa missione collettiva portata avanti nei confronti dello Stato stesso e di ciò che esso incarna e rappresenta nel mondo intero.
Insomma, solo a film finito, ho capito quanto fossero pleonastici i miei dubbi iniziali e mi sono accorto di quale grande privilegio mi sia stato concesso: quello di poter raccontare, tramite questo Stato impenetrabile, quanto sia importante prestare attenzioni nei confronti di ogni cosa o creatura che ci circonda per rendere il mondo un posto più confortevole in cui sostare.
Marco Bonfanti06/02/2025, 13:49