DI NOI 4 - I disagi dei trenta/quarantenni
Quando il “piccolo e povero” cinema italiano, fa di necessità virtù. Proprio come “
Di Noi 4”, film diretto da
Emanuele Gaetano Forte che ha curato anche il montaggio, interpretato da quattro attori assolutamente all’altezza di una idea a rischio; un’ora e mezzo in una stanza, dando vita ad una sorta di “ring”emotivo, emozionale, passionale, cerebrale. Loro sono
Elio D’Alessandro,
Roberta Lanave,
Giulia Rupi e
Giovanni Anzaldo (questi ultimi due anche autori del soggetto e della sceneggiatura insieme al regista). Una sorta di “factory” in cui tutti hanno avuto un altro ruolo nel cast, oltre quello della recitazione. Va segnalato ovviamente che tutti gli attori hanno già alle spalle una lunga carriera, Anzaldo in particolare. Dopo il diploma alla scuola del Teatro Stabile di Torno. In seguito sarebbe arrivato anche il cinema d’autore con Marco Tullio Giordana, Paolo Virzì, Pippo Mezzapesa.
Dunque quattro amici chiusi in un appartamento a parlarsi addosso. Ambizioni, aspirazioni, ansie, paure…con l’occhio puntato sull’estratto conto perennemente in rosso. Ma il desiderio più impellente di queste due coppie di amici di lunga data è avere un figlio. Quale strada prendere? Anche lo scambio di coppia? Forse una idea malsana, partorita con la complicità di qualche bicchierino di troppo. Da questo momento in poi il film si trasforma in una sorte di “carnage” che non poteva che avere quel finale.
Alla fine si tratta di un film di “parola”, di tante parole, a cui forse lo spettatore non pare più essere abituato. Ma il regista riesce a gestire abilmente tutta quella quantità di materiale che esce dalle conversazioni un po’ fumose, un po’ alticce, ma depositaria di tante verità. “
Di Noi 4” fa della sua povertà (in senso di budget ovviamente) la sua forza, tanto da diventare un film assolutamente gradevole, un vero ritratto generazionale che racconta meglio di tanti saggi, i disagi dei trenta/quarantenni, ma al tempo stesso le difficoltà di chi fa cinema da outsider, da indipendente. Pochi soldi, tante idee, con uno sguardo positivo al futuro. Questa “factory” va tenuta d’occhio, difesa e coccolata, perché forse ci potrà regalare tante belle sorprese in futuro. Intanto visto il valore della sceneggiatura, perché non pensare anche ad una versione teatrale?
04/03/2025, 18:05
Federico Berti