BERGAMO FILM MEETING 43 - Christian Petzold: "Io e i miei film"
Il regista tedesco
Christian Petzold è ospite del Bergamo Film Meeting numero 43 nella sezione Europe, now!
Qui a Bergamo si può vedere una retrospettiva dei suoi lavori: cosa consiglierebbe di vedere a chi non la conoscesse ancora?
Ho una figlia di 28 anni, proprio l'altro giorno l'ho sentita parlare con un'amica dei miei film: "La donna dello scritto", "Il cielo brucia" e "Toter mann". Se vedi questi film, diceva lei, avrai un'idea di chi è mio padre: credo abbia ragione.
Certo è che ritengo gli ultimi venti minuti de “Il segreto del mio volto” la cosa cinematograficamente più riuscita che io abbia mai fatto.
Il suo è un cinema con tante protagoniste femminili.
Una volta ascoltando un'intervista a Claude Chabrol gli ho sentito dire: gli uomini vivono, le donne sopravvivono, e il cinema si occupa della sopravvivenza. Sono molto d'accordo con questa teoria, sono parole che mi sono rimaste profondamente dentro.
Dopo molti film con Nina Hoss come protagonista, negli ultimi ha scelto Paula Beer...
...ma non diciamo che sono le mie muse, è una parola che odio! Tra l'altro la trovo sgradevole, sembra che io abbia bisogno di carne fresca, abbia cambiato quanto Nina era troppo vecchia... sono due attrici straordinarie, profondamente diverse tra loro, quando mi capita di rivedere scene dei miei film con loro le trovo davvero bravissime. Ma non sono le mie muse.
“Il segreto del suo volto” è stato il suo ultimo film in pellicola e anche l'ultimo con Nina Hoss protagonista.
Vero, ci sono tanti motivi per cui quel film è stato uno spartiacque importante, nella mia carriera e nella mia vita. E' stato anche l'ultimo film in costume che ho fatto, l'ho patito molto e ho deciso che non ne avrei mai più fatti.
Un giorno sul set è venuto a trovarci Harun Farocki, mio grande amico con cui ho anche scritto tutti i miei film fino a quel momento: era una scena difficile, era venuta bene e lui mi aveva fatto molti complimenti, è stato bello.
Dopo non molto tempo lui è morto all'improvviso, per un infarto: ancora oggi è un film di cui non mi è semplice parlare.
Come lavora con la musica?
Cerco sempre di limitarla al massimo, siamo davvero troppo circondati dalla musica, è dappertutto e perde valore. Così la limito e credo di farle il giusto servizio: per “Il segreto del mio volto”, quando ho sentito la canzone “Speak low” che chiude il film ho capito che sarebbe stata perfetta, per il suo testo e per il modo in cui viene cantato, per dare un senso a tutto ciò che viene raccontato fino a quel momento.
Su cosa sta lavorando ora?
La sera prima di partire per Bergamo abbiamo avuto la proiezione finale del mio nuovo film, che si intitola “Miroir numero 3”, come un brano di Ravel. Abbiamo chiuso in tempo la post-produzione, e solo guardandolo con il mio produttore ho capito – me lo ha detto lui – che è un film sul vento, con porte e finestre sempre aperte, che in qualche modo chiude così la mia trilogia sugli elementi, dove l'acqua di “Undine” e il fuoco de “Il cielo brucia”.
Ammetto che non sapevo proprio come affrontare un film sull'aria, avevo pensato a un film su una mongolfiera ma dopo un paio d'ore avevo già perso interesse... credevo di aver rinunciato al progetto, e invece a quanto pare ci sono riuscito.
10/03/2025, 00:08
Carlo Griseri