BIF&ST 16 - I colori della tempesta, la
storia dei “Monuments Men” italiani
Un eroe sconosciuto, una figura fondamentale per la nostra identità culturale, che ha rischiato la vita per amore dell’arte. “
I colori della tempesta” di
Roberto Dordit, presentato al Bif&st 2025, in concorso nella sezione Per il Cinema Italiano, ripercorre la storia di Pasquale Rotondi, che salvò circa 10.000 opere, tra cui “La Tempesta”, enigmatica opera del Giorgione, e “La Cena di Emmaus” di Caravaggio dai bombardamenti e dalle razzìe tedesche. L' Operazione Salvataggio, organizzata dal Ministro dell’Educazione Bottai nel 1939, affidò proprio a Rotondi, giovane soprintendente delle Marche, l’incarico di nascondere nel Montefeltro alcune tra le opere d’arte più importanti. Ne abbiamo parlato con il regista.
Com’è venuto a conoscenza di questa storia ai più sconosciuta?
“Dalla domanda “chi ha salvato il patrimonio culturale italiano durante la seconda guerra mondiale?”. Anche George Clooney ne aveva fatto un film, “Monuments Men”. Ho scoperto un mondo incredibile, un mondo di trentenni, più o meno funzionari ministeriali, tutti storici dell’arte che soli hanno messo in salvo tutto questo, riuscendo a ottenere dal Vaticano che tutto andasse dentro le sue mura che erano protette. Si sono arrangiati con rifugi segreti, spostamenti di opere impressionanti, quelle che ha avuto in custodia Rotondi non hanno un graffio, sono state tutte integre”.
Perché una figura così importante come Pasquale Rotondi è caduta nel dimenticatoio? Forse perché inizialmente collaborò con il regime fascista senza opporsi?
“No, secondo me non è così, perché tutti avevano la tessera del partito fascista, altrimenti non avrebbero potuto lavorare per lo Stato. Anche il critico e storico d’arte Giulio Carlo Argan la fece, perché altrimenti non sarebbe potuto diventare capo ispettore al Ministero. Però poi dopo l’8 settembre quando si trattò di decidere da che parte stare, cioè se stare con i fascisti che stavano svendendo l’Italia ai tedeschi, o stare con chi ha ancora aveva a cuore il patrimonio italiano, scelsero la seconda opzione. Questo gruppo di persone molto emancipate, c’erano anche delle donne, Palma Bucarelli, direttrice della Galleria Nazione d’arte moderna di Roma, Fernanda Wittgens, che salvò tutte le opere della Pinacoteca di Brera distrutta dai bombardamenti, tutti molto giovani, decisero di non seguire il Ministero dell’educazione a Padova perché voleva mandare tutte le opere in Germania. Loro riuscirono a impedirlo. Quindi se oggi noi abbiamo “La Tempesta” di Giorgione all’Accademia di Venezia lo dobbiamo a loro”.
Perché proprio “La Tempesta” ha un ruolo centrale nel film?
“Io ho seguito quello che scriveva Rotondi nel suo diario, per lui tra tutte le opere che aveva in custodia, Tiziano, Caravaggio, la più suggestiva e incredibile era “La Tempesta”, perché Giorgione era più misterioso. Era il maestro di Tiziano, e la sua tecnica, il tonalismo veneto, influenzò secoli di pittori successivi, addirittura Monet e Van Gogh. Quindi è stato il primo a dire “io non disegno i soggetti e poi li coloro, ma il colore mi dà la forma”, è una rivoluzione nell’arte, e questo Rotondi lo sapeva”.
È un film che parla anche al presente…
“È rivolto a un pubblico giovane, tramandare questa idea che posso morire per un dipinto è bellissimo, e io la voglio trasmettere, perché voglio che gli altri sappiano che c’è gente che è vissuta con questi ideali”.
Simone Liberati interpreta Pasquale Rotondi, è stata la sua prima scelta?
È un personaggio ingombrante da mettere in scena, ho fatto diversi provini e ho scelto Simone, che non ha fatto Pasquale Rotondi, Simone è stato Rotondi. Siamo andati insieme a Genova a conoscere la figlia di Pasquale, Giovanna, le ho presentato “i suoi genitori”, Simone e Lia Grieco, che interpreta Zea Bernardini, la moglie di Rotondi, si sono molto emozionati. Ma sono contento di tutto il cast.
Dopo il Bif&st che percorso farà “I colori della tempesta”?
“Aspettiamo di trovare un distributore, speriamo presto perché questo film merita visibilità perché è una storia incredibile, non lo abbiamo fatto “a ricetta” per cercare di avere questo progetto, è stato casuale, lo abbiamo fatto a bassissimo costo, lo abbiamo girato in 4 settimane, ma abbiamo fatto un miracolo”.
25/03/2025, 12:29
Caterina Sabato