Note di regia di "Ho Visto un Re"
La storia di "Ho Visto un Re" si svolge in un’Italia per cui la campagna d’Africa è diventata un sogno collettivo, una promessa di avventura e grandezza per un intero paese. Per molti italiani, l’Africa è lontana e quasi mitica, un luogo di mistero e conquista, di possibilità e gloria. Il film inizia proprio in questo clima di entusiasmo e idealizzazione, in cui l’immagine dell’Africa risuona come una storia epica che sembra appartenere più ai racconti che alla realtà.
Ma quando nel piccolo paese di Emilio arriva Abraham, un Ras etiope prigioniero, quella visione idilliaca si infrange. Per Emilio e gli altri protagonisti, l’arrivo di Abraham è un confronto diretto con la realtà, un incontro che inizia a svelare le contraddizioni e le difficoltà di un sogno che non corrisponde alla verità. Questa figura, che per Emilio appare quasi come un personaggio da avventura, porta con sé una storia di dignità, sofferenza e resistenza che poco ha a che fare con le fantasie di conquista. L'incontro con Abraham trasforma l'immaginario di Emilio e dei personaggi attorno a lui, facendo emergere una visione più complessa e autentica. L’incontro con Abraham diventa uno specchio per ogni personaggio: nel riflesso dell’altro alcuni riscoprono frammenti di sé, aprendosi a una nuova comprensione del valore dell’empatia, mentre altri scelgono di rimanere indifferenti.
Il film è un viaggio dall’illusione alla realtà, una parabola in cui ogni personaggio è costretto a fare i conti con ciò che credeva vero, trasformando la scoperta di Abraham in una sfida personale e collettiva.
Ciò che rende questa storia davvero speciale è il fatto che sia ispirata a eventi realmente accaduti a Torre Del Greco. È straordinario pensare che un episodio così umano e intimo abbia radici nella realtà e possa raccontare tanto di una generazione e di un intero paese. "Ho Visto un Re" restituisce il fascino di una storia vera che sembra uscita da un racconto popolare, dove il reale si intreccia con la leggenda attraverso lo sguardo meravigliato di un bambino.
Raccontare questa storia attraverso gli occhi di Emilio, un bambino di dieci anni, ci offre una prospettiva unica e sorprendente. Emilio guarda Abraham senza filtri, con lo stupore e l’immaginazione che solo l’infanzia può portare. Questa visione pura e curiosa permette di trasformare gli eventi in un’avventura straordinaria, fatta di scoperte e domande. La sua innocenza rivela aspetti nascosti della storia, trasformando l“’altro” in una persona, il “nemico” in un essere umano.
In fondo, "Ho Visto un Re" è una storia di scoperta: non solo dell’altro, ma di noi stessi e delle storie che ci raccontiamo per sentirci grandi. È un invito a guardare oltre, come fa Emilio, per trovare nel reale uno spazio di meraviglia e riscoprire quel senso di umanità condivisa che spesso dimentichiamo dietro le nostre certezze.
Giorgia Farina15/04/2025, 15:47