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La Fabbrica dei Tedeschi. ThyssenKrupp. Con DVD" (libro pubblicato sulla sceneggiatura del film "La Fabbrica dei Tedeschi") di Mimmo Calopresti, Cristina Cosentino, 150 pp, BUR Biblioteca Universale Rizzoli, collana Senzafiltro, 2008 Libro + DVD
Eravamo convinti che in Italia gli operai non ci fossero più. Che dopo le ristrutturazioni dei primi anni Ottanta, quando l'introduzione della robotica nelle linee produttive aveva trasformato la fabbrica in perfetto e asettico polo tecnologico, gli operai avessero lasciato il posto a semplici controllori. Poi è arrivato il 6 dicembre 2007, a Torino, e il rogo delle acciaierie ThyssenKrupp nel quale hanno perso la vita sette persone... (continua). Sette operai. L'incantesimo si è spezzato di colpo e ci siamo trovati a piangere i morti e a domandarci perché una cosa del genere sia potuta succedere. Un documentario nel quale l'indignazione civile e la necessità di analizzare le cause si sposano nel tentativo di arrivare a una comprensione dei fatti che impedisca a "incidenti" di questo genere di ripetersi ancora. prezzo di copertina: 19,50 € Questo risulta fuori catalogo
Lontano da tutto ciò che è onirico e barocco, il cinema di Mimmo Calopresti è quanto di più si avvicina al cinema verità. Collaboratore dell'Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio, nel 1985 vince il primo premio al Festival "Cinemagiovani" di Torino con il video A proposito di sbavature e, dopo aver realizzato diversi documentari e cortometraggi - fra cui Fratelli minori (1987), Ripresi (1987) e Alla Fiat era così (1990) - all'inizio degli anni Novanta comincia la sua collaborazione con la Rai, per la quale re...visualizza tuttoealizza Paolo ha un lavoro (1991) e Paco e Francesca (1992). Ma continua ugualmente la sua collaborazione con l'Archivio del Movimento Operaio firmando 1943 - La scelta e '43-'45 - Pace e libertà. Per vedere sul grande schermo il suo primo lungometraggio dobbiamo aspettare il 1995, quando Mimmo Calopresti firma La seconda volta, pellicola con una delle sue attrici feticcio, Valeria Bruni Tedeschi, con Marina Confalone e con Nanni Moretti. La sceneggiatura si aggiudica il Premio Solinas e la pellicola, che racconta dell'incontro fra una vittima delle Brigate Rosse e un ex componente del movimento terroristico, viene presentato a Cannes, nella Sezione Ufficiale.
Da subito notato dalla critica per l'uso sapiente della dialettica e per la capacità di analizzare il passato prendendone atto con indulgenza e senza speculazioni, Calopresti nel 1998 approda nelle sale italiane con La parola amore esiste, sempre con Valeria Bruni Tedeschi e Marina Confalone nel cast, affiancate da Fabrizio Bentivoglio e Massimo Sonetti. La storia dell'incontro amoroso fra una ricca donna nevrotica e il silenzioso professore di violoncello, vince il Nastro d'Argento come Miglior Soggetto Originale.
Poi, nel 1999, firma il documentario per la tv Tutto era Fiat, seguito dal film Preferisco il rumore del mare (2000) e da un frammento di Un altro mondo è possibile, del 2001, anno in cui entra a far parte della giuria del Festival di Cannes. Mentre l'anno successivo, si presta come attore per Francesca Comencini ne Le parole di mio padre (2002), tratto dal romanzo di Italo Svevo La coscienza di Zeno. Anche ne La felicità non costa niente (2003), Mimmo Calopresti si riscopre attore, oltre che regista, accanto a Vincent Perez, Valeria Bruni Tedeschi, Francesca Neri e la scomparsa Laura Betti. Poi ricambia il favore all'attrice che è stata, per tanti anni, il suo asso nella manica e recita per Valeria Bruni Tedeschi nella sua opera prima come regista, È più facile per un cammello... (2003). Membro della giuria alla Mostra Internazionale d’ Arte Cinematografica di Venezia nel 2004, nel 2006 firma il suo ultimo documentario Volevo solo vivere che affronta il tema della Shoah. Ritorna nel 2007 con L'abbuffata, di cui cura il soggetto e la regia. Grande maestro del genere documentaristico, con un'attenzione alla cronaca italiana, Mimmo Calopresti ama raccontare le storie di quei personaggi decadenti, che siano un po' carichi di rancore, ma che abbiano avuto un'esistenza interessante e vera.