Enrico Muzzi comincia la sua carriera cinematografica nel 2005 con il cortometraggio “Confessioni di un codardo”, liberamente ispirato ai racconti dello scrittore Charles Bukowski. L’amore per questo autore e la passione per il cinema lo portano a trasporre in film alcune delle vicende narrate nei suoi libri. Dopo quest’opera, Enrico si appassiona sempre di più alla regia e al linguaggio cinematografico in genere. Nel 2007 realizza il suo secondo cortometraggio, un opera Pulp dal titolo provocatorio “Garbage”. Con...visualizza tutton questo film Enrico vuole divertirsi ad esplorare le potenzialità del film di genere, prendersi delle libertà e mettersi in gioco su un terreno spesso poco esplorato in Italia. In quest’opera Enrico firma la regia, la fotografia e il montaggio. E’ per lui un’esperienza unica, un modo per crescere e sperimentare il suo linguaggio.
Nel 2011 si laurea al DAMS di Bologna con una tesi sulla fotografia filmica e gli aspetti tecnici della ripresa. Il suo interesse per il cinema cresce ogni giorno di più e la voglia di raccontare storie con quel particolare mezzo espressivo sembra averlo ormai conquistato. Comincia a frequentare Workshops di regia – sceneggiatura – fotografia e montaggio perché sente la necessità di conoscere quanto più possibile di tutti quegli aspetti che concorrono alla realizzazione di un’opera filmica. In queste circostanze entra in contatto con il Direttore della fotografia Michele D’Attanasio, con il quale istituirà un rapporto professionale e di amicizia che continua ancora oggi. E’ infatti Michele D’Attanasio che firmerà la fotografia del suo terzo lavoro: “La Chance”. Una docu-fiction sul tema dell’amore e dei rapporti di coppia che si propone di indagare i lati più oscuri di quel sentimento comune a noi tutti e allo stesso tempo così misterioso in alcune sue dinamiche.
Nel 2012 Enrico parte per un viaggio di studio negli Stati Uniti e rimane colpito dai processi produttivi dell’industria Hollywoodiana. Si ferma a Los Angeles per tre mesi, nei quali ha modo di conoscere molte persone dell’ambiente e presentare i suoi lavori. Affascinato da sempre nei confronti di quella cinematografia, si propone di ritornare al più presto. Torna in Italia e realizza il suo quarto cortometraggio: “L’Incognita”. Un film che parla della crisi economica che ha investito tutto il mondo e l’Italia in particolare. L’occhio di Enrico si concentra sulla storia di Silvano, un uomo di mezza età che perde il lavoro e che non riesce più a rientrare nel “giro”. Una storia tratta da tante storie vere che vede Enrico impegnarsi su una tematica sociale di cui avverte la necessità. Appena terminata la lavorazione del film, Enrico riparte per gli Stati Uniti, deciso a restare per un periodo di sei mesi e con l’idea di girare il suo primo film oltreoceano.