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Lubiana, Slovenia

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Metod Pevec


Biografia:
Metod Pevec ha intrapreso più di una carriera, prima come attore, poi come scrittore e sceneggiatore e infine come regista. Durante la sua vita da studente di Filosofia e Letteratura comparata all’università, alla fine degli anni ’70, inizia a recitare per il piccolo e il grande schermo, assumendo il ruolo principale in diverse serie televisive, in film sloveni e jugoslavi, e diventando un volto piuttosto riconosciuto in patria. Come scrittore, comincia a pubblicare negli anni ’80, firmando radiodrammi, sceneggiature, racconti e romanzi. Il decennio successivo, passa dietro la macchina da presa, prima con il cortometraggio Vse je pod kontrolo (Everything Is Under Control, 1992), poi con il lungo Carmen (1995), incentrato sulla figura di una giovane prostituta, dal cui soggetto, scritto già nel 1990, è nato anche l’omonimo romanzo pubblicato nel ’91. Pevec è tra i primi registi sloveni a girare un lungometraggio dopo la dissoluzione della Jugoslavia e si può a buon ragione considerare come uno degli autori che hanno aperto la strada alla rinascita del cinema del proprio Paese. Senza mai smettere di scrivere romanzi e radiodrammi, nei primi anni ’90 inizia anche a collaborare con la televisione slovena, per la quale dirige alcuni film, soprattutto documentari. Dopo la pubblicazione di un romanzo poliziesco, nel 2003 realizza una nuova pellicola , una commedia romantica, Pod njenim oknom (Beneath Her Window) – protagonista un’istruttrice di ballo in piena crisi esistenziale – con la quale debutta al festival di Karlovy Vary, vince numerosi premi al FSF - Festival del Cinema Sloveno e si candida agli Oscar per il miglior film straniero. È però Estrellita – pesem za domov (Estrellita, 2006) a confermare il nome di Metod Pevec fuori dai confini natii: un dramma corale dove i personaggi, diversi per età, estrazione sociale e ambizioni, si contendono l’eredità di un prezioso violino. Seguono Lahko noč, gospodična (Good Night, Missy, 2011) e Vaje v objemu (Tango Abrazos, 2012), due film girati uno dopo l’altro, che in modo diverso affrontano le dinamiche delle relazioni di coppia.

Ci sono elementi e punti fermi che si rincorrono nei film di Pevec, come la musica e la danza («difficilmente riesco a fare un film senza una scena di ballo»), o le protagoniste dal carattere forte («confrontando i miei personaggi femminili e maschili in generale, mi sembra che quelli femminili rappresentino la metà migliore e più sana dell'umanità»), ma su tutto prevale un’attenzione specifica alle relazioni personali e al modo come queste sono influenzate dalle dinamiche e dai cambiamenti sociali. In particolare, con il suo ultimo documentario Dom (Home, 2015), che testimonia del processo di privatizzazione di un alloggio per operai edili, e il lungometraggio Jaz sem Frenk (I Am Frank, 2019), dove il conflitto tra due fratelli si manifesta anche a livello ideologico e morale, traspare una predilezione per le storie di marginalità (come già in Carmen e, parzialmente, in Estrellita), ma soprattutto la voglia di analizzare gli effetti sulle persone della transizione politica, economica e culturale del Paese dal sistema socialista al neo-capitalismo. Non per tracciare una linea tra buoni e cattivi (anche i villain, nei film di Pevec, hanno un fondo di umanità), tra un passato idealizzato e un presente corrotto, ma quanto per farsi narratore consapevole, critico e disincantato di un processo di cambiamento che ha provocato una iniqua stratificazione sociale e ha minato l’armonia dei rapporti interpersonali.
(ultima modifica: 29/01/2024)



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