Caterina Giglio, nata e cresciuta a Roma, inizia il suo percorso creativo negli anni del Liceo Artistico Sperimentale, proseguendo con studi di Architettura, poi abbandonati per seguire una passione senza mediazioni: la creazione artistica libera da schemi accademici e pratiche istituzionali. Sin da giovane, immaginazione e creatività sono per lei strumenti praticabili di espressione intima. Il suo esercizio e la sua disciplina si basano su un forte legame tra corpo, mente e mani: un assetto "orientale" che mette ...visualizza tutto al centro del processo il senso lento del lavoro manuale, concretizzato in un flusso continuo di idee e forme che riflettono un'esperienza eterogenea e stratificata. La sua vitalità artistica è poliedrica per attitudine e risultati: lavora per undici anni nel Teatro come attrice, costumista e scenografa, senza però abbandonare il disegno e la pittura. In parallelo, si dedica al tema etico del riciclo creativo, trasformando oggetti vintage in opere uniche, come nel caso di borse e arazzi (tra i suoi lavori più iconici, spicca un arazzo di oltre tre metri, realizzato con cravatte anni '60). Sperimenta per un periodo con la resina, finché nel 2016 è la pittura pura ad occupare il fulcro della sua visione, iniziando con una serie di tele materiche di natura informale, continuando con un ciclo di opere dedicate agli alberi, simbolo naturale di radici e strutture che sostengono il corpo e l'anima. Negli ultimi anni sta esplorando le molteplici identità del disegno pittorico, usando in particolare lo schizzo a pennino su carta e altri supporti, scivolando tra misteri dell'inconscio e flussi dell'autoguarigione. Il suo racconto intimo e familiare, il suo bisogno di esprimere l'inconscio e i flussi emotivi fanno parte di un viaggio interiore che integra il contesto personale con la dimensione creativa. Il suo ricco inconscio, le sue espressioni sentimentali senza mediazioni, le sue costellazioni umane rappresentano l'abbraccio cosmico tra l'elaborazione di sentimenti intimi e il lavoro, quotidiano e minuzioso, per dare un'estetica universale alla narrazione dei suoi sentimenti in forma di opera.