Sinossi *:
Vituccio, Vito Nigro, l’uomo delle capre a scuola non ci è andato. Non ci voleva andare, si sentiva al chiuso. Per lui la natura, il camminare, l’aria, i colori del cielo sono tutto. E sono tutto per lui le capre, sue compagne di vita. Non le tradirebbe mai. Di loro sa tutto! Quando gli capita di dover andar via pensa sempre a loro. Si preoccupa. Da cinquant’anni le accudisce, in una piccolo antico cortile dietro la casa, dove abita con la vecchia madre, un ovile costruito dal nonno, uomo di capre pure lui. “Per stare con le capre bisogna essere più capra delle capre” dice Vituccio fiero. Le loro necessità sono le priorità della sua vita. Muove le mani, le munge, le aiuta a partorire, sceglie il cibo e le aiuta, loro vicine, tutte intorno fanno la scena e a noi che guardiamo, viene incontro una sapienza profonda, millenaria. Per il resto Vitucc’ de Carcagne, il “padrone di Villa Castelli”, è un grande attore, dice uno che lo conosce bene, “ha una mimica che sa accordare le voci” e mostra orgoglio e capiamo quanto il valore di uno può essere bene comune, valore, tradizione. Perché di questo stiamo parlando di un cantore, uno che porta dentro sé la tradizione, un albero di canto. Capre e canto allora… Questa la scuola, l’unica possibile per uno che ama stare all’aria, in giro, a far guai.

NOTIZIE 'Vituccio - Terra e Canti'



Note:
Immagini di repertorio del documentario sono tratte dall'Archivio Cinema del Reale
Le immagini della Notte della Taranta sono dell'Istituto Diego Carpitella e della Princigalli Produzioni.

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