Sinossi *:
In questo film ciò che abitualmente intendiamo come linea d´orizzonte viene ruotata di 180°, „spezzando“ e „cortocircuitando“ l´immagine verticalmente (trasportando il senso di sdoppiamento, interiore e orizzontale, nella sensazione di raddoppiamento sensoriale, esteriore e moltiplicatrice, come il propagarsi delle onde sonore di un Diapason).
Ricordiamo per un attimo il “nastro” in pietra che si avvolge (o si libera?) attorno alla grande Colonna dei Fori Romani raccontando le gesta dell´Imperatore Traiano, e immaginiamo ora un grande specchio al suo fianco: Cortocircuitare l´ordine della storia sdoppiandone l´immagine e moltiplicando i significati in un gioco ambiguo in cui ci si sente quasi osservati. “Invertendo la fruizione l´opera ti osserva”, sosteneva l´amato Fausto Melotti.
Il susseguirsi delle immagini, convulse e aritmiche è accompagnato da una colonna sonora minimal-salmodiante di derivazione impressionista che favorisce, sommandosi allo sdoppiamento dell´immagine, una sorta di raddoppiamento dello spazio sensoriale/emotivo spingendoci quasi verso l´ipnosi. Una messa in questione delle “abitudini” dell´occhio e dell´orecchio caratterizzata quindi dal cortocircuito simbolico audio/visivo.
L´approccio concettuale del vedere vedersi, del sentirsi parlare – elementare proiezione nell´altro – viene negato a vantaggio della funzione immaginaria per ridiscutere ciò che sembra immutabile: il senso della verità e la verità del senso.



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