Sinossi *: Distesa sotto al cielo, l’Incompiuta (Abbazia della SS.Trinità, Venosa) è spettatrice senza tempo della vita che accade intorno.
Le sue mura aperte frullano - dal vento - la femminile voce della terra, riverberano il parlare quotidiano di frutta e fichi, (“fiche” è detto nel dialetto locale, e infatti femmine sono gli alberi di fichi in tutta la tradizione mistica) e quello della coscienza collettiva, anima del mondo, condensando la vertigine che viene quando andiamo al tempo arcaico della nostra fanciullezza.
All'osservazione di luoghi e persone comuni, si sovrappone una lettura della realtà assorta e simbolica, che si sofferma sul tema della caduta del paradiso e riflette sulla condizione umana, precaria e dolorosa, sulla sua incolmabile solitudine, e sul suo destino di morte.
Attraversa le campagne assolate, si accosta alle baracche dei contadini, entra nelle case delle donne che parlano di frutta, si spinge fino ai borghi abbandonati, dove hanno trovato riparo le prime ondate di migranti
braccianti burkinabé, e infine ritorna tra le colonne di marmo dell’Incompiuta.