Sinossi *: La protagonista narratrice e regista è spinta da un affare giudiziario a ripercorrere il ricordo e le consuetudini del passato di rivolta. Nel suo tentativo di difendere l'uomo preso nell'ingranaggio della giustizia spettacolarizzata, trova il sostegno di uno dei leader di quegli anni, Oreste Scalzone, che vive coltivando e difendendo le verità di quella vita passata, consumato dalla necessità di non lasciarne tradire il senso, penalizzare i corpi. Rivisitando il passato matura una riflessione sulla figura paterna che, senza contropartita e sebbene ne abbia sofferto, ha accettato e capito la sua ribellione. Riesce a esprimergli gratitudine poco prima della sua morte inattesa. Intanto l'idea stessa del film si è fatta strada. Si è consolidato, con la volontà di ridargli un'immagine, il legame con Giorgio Bellini, l'uomo che era stato preso nell'imbroglio giudiziario. La memoria può essere attraversata per liberare la progettualità dell'amore dalla zavorra dei risentimenti. Le parole ritrovate per il padre rompono il cerchio di ribellione-dipendenza che legava la regista agli uomini e al mondo così com'è. Si illumina allora di una luce nuova il rapporto con la madre.