Sinossi *: Quando, nel 2004, in Puglia sono iniziati i primi veri monitoraggi da parte dell’Agenzia Regionale per la protezione ambientale, nessuno si aspettava di trovare anche Salento situazioni di emergenza ambientale.
Invece, nel 2009, la contaminazione da diossina di terreni e animali provocata dall’inceneritore di Maglie Copersalento, ha causato l’abbattimento di oltre 300 animali e un danno alla salute umana che deve essere ancora scientificamente ben quantificato, ma che i cittadini magliesi testimoniano sulla propria pelle.
Che nel Nord Salento gli inquinanti emessi dai grandi impianti di Ilva e Cerano, trasportati dai venti, abbiano causato nella popolazione un’incidenza di patologie tumorali sempre maggiore, è scientificamente accertato dal 1995, anno in cui Brindisi è stata dichiarata area ad alto rischio di crisi ambientale.
E mentre la riduzione delle emissioni e delle quantità di carbone bruciato nella Centrale Enel di Cerano è un obiettivo ancora tutto da costruire, il ricorso all’utilizzo delle energie rinnovabili rischia di tradursi nella costruzione di nuovi fonti emissive, grandi centrali a biomasse, invece di incentivare il risparmio energetico e l’autoconsumo domestico attraverso fonti energetiche pulite.
La telecamera che riprende tutto questo vorrebbe trasformarsi nell’occhio di chi guarda, in una lente di ingrandimento.
Mettere in primo piano quello che disturba, ferisce e ci fa ammalare sembra diventare il sentiero accidentato attraverso cui la bellezza, offesa e impaurita, tenta di mettersi in salvo.