Sinossi *: "Amerika" racconta la tragicomica storia di Karl Rossmann, giovane ebreo europeo, che viene inviato in America come un pacco postale per sfuggire a uno scandalo che lo vede coinvolto con una domestica. Deve raggiungere lo zio Jacob, un autentico “zio d’America”, che deve trovargli un lavoro e una sistemazione. Ed è così che iniziano le tribolazioni del giovane uomo-cavallo (Ross - Mann) in un’America che rivela già, nella visone fantastica ma sorprendentemente profetica di Kafka, i suoi mali, le sue contraddizioni ma anche la sua dirompente vitalità .
Note:
"Amerika" nasce come spettacolo teatrale diretto da Maurizio Scaparro per il Teatro Eliseo (2000), per poi diventare un lungometraggio in digitale.
Tratto dal romanzo omonimo di Franz Kafka.
Teatro è Cinema
Un progetto di Maurizio Scaparro
Il progetto “Teatro è Cinema” nasce in collaborazione con l’Istituto Luce e l’Ente Teatrale Italiano, e vede il regista Maurizio Scaparro coinvolto nella ripresa in digitale (e successivo trasferimento su pellicola) di tre opere tratte dai suoi ultimi spettacoli.
“Teatro è cinema” affronta per la prima volta, in modo sistematico, la ricerca di un nuovo punto d’incontro creativo fra Teatro e Cinema, usando il digitale, non solo come mezzo tecnologicamente avanzato, ma anche in grado, per la sua estrema agilità, di superare, in parte, l’antico problema della “quarta parete” teatrale.
Set d’eccezione è lo storico palcoscenico del Teatro Valle di Roma, trait d’union tra il presente “effimero” del Teatro che si consuma tutto nel “qui ed ora” e la necessità di fissare e di trasmettere le emozioni e le sensazioni che scatena.
“La decisione di Scaparro di filmare in digitale i suoi più recenti spettacoli - dichiara Suso Cecchi D’Amico - in modo creativamente autonomo, pur privilegiando il teatro, è estremamente interessante. Tra l’altro, personalmente ripeto spesso che ho il rammarico grande di non aver a suo tempo spinto Luchino Visconti a filmare alcuni dei suoi più significativi spettacoli teatrali: il cinema e il teatro si sarebbero certo arricchiti di questa esperienza al di là della pur fondamentale, e oggi mancante, memoria del suo lavoro.”
“Non voglio inventare un nuovo modo di fare cinema - spiega Maurizio Scaparro - né tanto meno un nuovo linguaggio. Vorrei solo trasmettere al meglio, artisticamente e tecnicamente, la passione e l’ansia di comunicare oggi i nostri sogni teatrali ad un’ideale platea sempre più ampia, attraverso i nuovi percorsi che il cinema prima e oggi le nuove tecnologie offrono all’artista e allo spettatore.”