Sinossi *:
Anita non sa quanti anni ha, non sa ne' leggere ne' scrivere. Ma c'e' una cosa che sa fare davvero bene: ballare.

Anita e` il nome d 'arte che ha scelto per danzare, un nome occidentale, ma a Pushkar genitori e parenti la chiamano ancora Shanti. Shanti e Anita sono i nomi che definiscono la stessa persona, ma che esprimono due diverse anime.

Anima nomade, devota alle tradizioni, questa e` Shanti...
Vestita di jeans, accompagnata da amici occidentali, senza il velo e senza compromessi con nessuno, questa e`Anita... Ma le due anime hanno bisogno l' una dell’altra, per sopravvivere.
Anita è una Kalbeliya, ed essere una donna Kalbeliya comporta tanti doveri e pochi diritti, anche nell' India contemporanea. Kalbeliya significa “Gente nera”, ed è in questa maniera che gli indiani apostrofano i nomadi rajasthani.

L' attività principale di questo popolo, infatti, è sempre stata la caccia dei cobra, serpenti velenosi e neri come le mani della gente che li cattura, i Kalbelyia appunto. Nati come incantatori di serpenti per allietare le corti dei Marajà, dal 1980 in poi, anno in cui addestrare i cobra è diventato illegale in India, i Kalbelyia hanno dovuto reinventare la loro principale attività e fonte di guadagno.

Abili musicisti, continuano a suonare flauti e tamburi, ma questa volta accanto a loro non sono piu' i serpenti a danzare ma le loro mogli e le loro figlie. Ed è in questo contesto che nasce Anita, la quale, come tutti i bambini della sua età, vuole solo giocare e divertirsi.
I genitori vogliono invece che impari presto a danzare, visto che la danza rappresenta l' unica forma di guadagno possibile, in una società come quella indiana, in cui i nomadi sono considerati dei fuoricasta e per questo spesso discriminati.Fin dalla tenera eta`di 4 anni Anita e`costretta a danzare. Il padre ha problemi con l' alcool, e a volte la picchia.

Seguendo le tradizioni tribali viene data in sposa all' età di 14 anni, con un marito Kalbeliya. Anita da' tutti i soldi che guadagna quotidianamente con i suoi spettacoli ai suoi parenti e a quelli del marito.

Sono passati ormai quasi vent' anni dal giorno in cui il padre riportò la figlia a casa per farla ricominciare a ballare.. Anita è diventata una delle piu' brave e famose danzatrici Kalbeliya.
Comincia ad attraversare l' India in lungo e in largo, proponendo i suoi spettacoli e prendendo sempre più sicurezza nelle sue doti. Non solo: alcuni amici occidentali la aiutano a viaggiare in Europa, dove può anche esibirsi e lavorare. Anita sperimenta una leggerezza mai provata, libera com'e`dai quotidiani obblighi familiari.

Il denaro le permette di avere piu autonomia, di ammorbidire le leggi del consiglio tribale e quindi di non avere ancora figli, e di poter viaggiare… Anita porta a casa i soldi, e mantiene il marito che si occupa delle faccende domestiche.

E' una delle ballerine più richieste in citta' ed e' ormai la principale fonte di sostentamento per la sua famiglia e per quelle dei suoi 5 fratelli e 4 sorelle.

Al campo, pero', i soldi attirano gelosie, inoltre implicano responsabilità da cui non e`facile districarsi, Anita deve provvedere a molti altri, cosi' per lei rimane ben poco. Deve ancora finire di pagare la casa in cui vive, e`indebitata con uno strozzino, e non sa come fare.

L' unico desiderio che ormai irrompe quasi quotidianamente nell’animo di Anita è quello di partire, lasciare il subcontinente.
L' Europa rappresenta per lei il luogo dove puo' serenamente liberarsi da tutti gli obblighi morali che la imprigionano in India, il luogo dove la sua arte e la sua bravura possono veramente essere apprezzate e riconosciute in assoluto.

Più riuscirà ad ottenere successo e denaro più sara' in grado di decidere liberamente. Non sarà più costretta a eseguire gli ordini della propria famiglia, o a trascorrere la vita con un marito che in fondo non ama e che deve mantenere. Non dovra` portare il velo in tutte le ore del giorno, o camminare sempre con un uomo al proprio fianco. La danza che le e` stata imposta come un misero ruolo servile nella vita, può adesso diventare lo strumento per riscattarsi da quella stessa condizione.

Si fa chiamare Anita, ma il suo vero nome e` Shanti. E Shanti non vuole perdere il legame con la comunità indiana. Anita vuole essere libera, ad ogni costo. Shanti rimane attaccata alle radici. Anita vuole volare. Forse solo nella danza le due anime si fondono.

Taglierà i ponti col passato? O riuscirà a volare senza perdere le radici?

La danza e` la sua vita, e la sua vita una danza tra identità diverse, nessuna delle quali la riesce a definire.

Cast


Soggetto:
Rosario Simanella

Sceneggiatura:
Rosario Simanella

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