Sinossi *:
Il reportage Benedictus Sanguis diretto e prodotto da Nicola Iorillo, racconta i riti settennali di penitenza in onore dell’Assunta che affondano le loro radici in tempi remoti. Sono riti antichissimi risalenti orientativamente al VII secolo d.C. La peculiarità di questo evento consiste nel fatto che si svolge una volta ogni 7 anni coinvolgendo non soltanto una moltitudine di persone mosse da curiosità e provenienti dalle zone più disparate ma soprattutto gli abitanti del paese, circa 5.000, che con costumi e scenografie variegate e molteplici, tramutano il piccolo borgo di Guardia Sanframondi in uno scenario surreale, catapultando tutti in un’altra era. Tanto da renderlo il rito più grande d’occidente.

I preparativi per la processione dei Battenti di Guardia Sanframondi durano per tutti e sette gli anni e, durante questo lasso temporale aumenta l’impegno dei molti fedeli che vivono nell’attesa del momento e al fine di ricercare le giuste ambientazioni, affinché tutto miri all’impeccabilità, prestano il proprio servizio alla confezione di abiti, oggetti e strumenti funzionali alle sfilate dei quadri i quali, in forma vivente, riproducono scene bibliche o la mirabile vita di un santo. Sono loro, gli abitanti del luogo, a raccontarci con profonda empatia la storia, tramite interviste particolareggiate e arricchite dal colorito dialetto locale che rende tutto più reale e coinvolgente, trasformando lo spettatore anch’esso in protagonista.

Cast

Con:
Fausto Carlesimo

Soggetto:
Nicola Iorillo

Sceneggiatura:
Nicola Iorillo

Produttore:
Nicola Iorillo

Ricerche Atorico-Antropologiche:
Natalia Caggiano

NOTIZIE 'Benedictus Sanguis'



Note:
LA PROCESSIONE DEI BATTENTI DI GUARDIA SANFRAMONDI
Il reportage, della durata di circa 42 minuti, racconta dei riti settennali di penitenza in onore dell’Assunta che affondano le loro radici in tempi remoti. Sono riti antichissimi risalenti orientativamente al VII secolo d.C., secolo in cui fu rinvenuta in un terreno la suddetta Statua raffigurante la Vergine.
La peculiarità di questo evento consiste nel fatto che si svolge una volta ogni 7 anni coinvolgendo non soltanto una moltitudine di persone mosse da curiosità e provenienti dalle zone più disparate ma soprattutto gli abitanti del paese, circa 5.000, che, con costumi e scenografie variegate e molteplici tramutano il piccolo borgo di Guardia Sanframondi in uno scenario surreale catapultando tutti in un’altra era. Per questo e per altri fattori non meno rilevanti, fra cui l’intensità devozionale dei fedeli, la
forte sensibilità palpabile ad occhio e l’impegno ardente degli stessi, il rito viene definito come ‘’Il più grande d’Occidente’’.
I preparativi durano per tutti e sette gli anni e, durante questo lasso temporale aumenta l’impegno dei molti fedeli che vivono nell’attesa del momento e al fine di ricreare le giuste ambientazioni, affinché tutto miri all’impeccabilità, prestano il proprio servizio alla confezione di abiti, oggetti e strumenti funzionali alle sfilate dei quadri i quali, in forma vivente, riproducono scene bibliche o la mirabile vita di un santo.
Sono loro, gli abitanti del luogo, a raccontarci con profonda empatia la storia, tramite interviste particolareggiate e arricchite dal colorito dialetto locale che rende tutto più reale e coinvolgente, trasformando lo spettatore anch’esso in protagonista.
La regina indiscussa di tale evento è la Vergine Assunta che è custodita in una teca di vetro, riaperta solo il sesto giorno dei riti, per i precedenti anni è visibile solo tramite la lastra. A Lei i numerosi fedeli rivolgono le proprie preghiere e richieste, e fra loro si distinguono i famosi “Battenti’’ che esercitano veri e propri gesti di penitenza i quali si manifestano sotto forma di continue percussioni sulla propria carne nuda causando ferite grondanti di sangue, dal momento che lo strumento utilizzato è una spugna chiodata ricordando la stessa che fu trovata in mano al Bambinello al rinvenimento della statua.
I penitenti sono uomini senza volto e senza nome, la cui vera identità è celata da camici di colore bianco, provvisti solo di due fori all’altezza degli occhi ed aperti sul torace, la parte del corpo dove si percuotono maggiormente, in prossimità del cuore, dove la colpa, accarezzata da Dio, si trasforma in pentimento.

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