Sinossi *:
I portici che la attraversano in lungo e in largo limitano il campo visivo di chi l’attraversa, penalizzando forse la sua intima bellezza, ma favorendo come in nessun altro posto la socialità. Forse perché percorrendo i suoi lunghissimi corridoi è facile incontrarsi: lo stare insieme a Bologna sembra essere parte stessa dell’anima della città. Il turismo di massa ha scoperto tardi Bologna; per anni l’economia della città non ha avuto bisogno di turisti perché c’erano gli studenti che da ogni parte d’Italia sceglievano di studiare nell’Università più antica del mondo.
Questo insieme mutevole di menti pensanti ha sempre fatto sì che a “Bologna la dotta” si pensasse in modo diverso rispetto al resto d’Italia. Qui negli anni sono nati movimenti e contro/movimenti e tra un bicchiere e l’altro nelle osterie sono nate canzoni e pensieri a cui tutti noi sono in qualche modo legati. Poi però sono arrivate le compagnie aeree low cost e di colpo i turisti di tutta Europa son arrivati anche a Bologna, attirati dalle sue bellezze, ma soprattutto dal buon cibo che negli ultimi anni ha identificato la città molto più della sua storica apertura di pensiero. Le case un tempo abitate dagli studenti stanno diventando sempre più bed and breakfast per affitti brevi e trovare una casa sta diventando un problema. Questo aspetto sta cambiando il volto della “Dotta”. Ma non solo. La prossima rivoluzione che la attende, quella dell’intelligenza artificiale, rischia di mettere tutto il sapere di cui l’ateneo più antico è custode a portata di smart phone. Nella puntata, che tenta di raccontare i cambiamenti in corso nella “cittadella del sapere”, Luigi Maria Perotti incontra i bolognesi degli anni ‘20 del terzo millennio per raccontare la Bologna che è, che è stata e quella che sarà.

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Note:
Il documentario fa parte della serie "Di là dal Fiume e tra gli Alberi".

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