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locandina di "Bomb! Burning Fantasy"

Cast

Bomb! Burning Fantasy


Regia: Matteo Scarfo'
Anno di produzione: 2014
Durata: 68'
Tipologia: documentario
Genere: arte/docufiction
Paese: Italia
Produzione: ScarFord Produzioni
Distributore: n.d.
Data di uscita:
Formato di proiezione: HD, colore
Ufficio Stampa: Marzia Spanu
Titolo originale: Bomb! Burning Fantasy
Altri titoli: Bomb! Fantasia in fiamme

Sinossi: Il docufilm racconta alcuni momenti salienti e significativi della vita del poeta Gregory Corso: un personaggio dalla vita travagliata, difficile e contrastata, eppure illuminata, nel buio profondo in cui è spesso caduto, dalla Luce della sua Poesia. Gregory Nunzio Corso nasce nel 1930, al Greenwich Village di New York, da genitori di origine italiana (padre calabrese e madre abruzzese) che si separano poco tempo dopo la sua nascita. Finisce per la strada e in carcere, dove conosce anche dei mafiosi. Legge anche alcuni libri regalategli da un anziano detenuto. Grazie a queste letture, Corso fa il suo primo, cruciale, incontro con la poesia. Con un’ammirazione speciale per Shelley e per Rimbaud, il poeta non avrà vita facile, ma nei suoi periodi più duri sarà accompagnato sempre dalla forza salvifica della Poesia, come lui stesso disse in più di un’occasione. Con il padre avrà sempre un rapporto contrastato, ma in età adulta gli dedicherà un libro. Uscito di prigione incontra Allen Ginsberg, che lo introduce nel mondo del cosiddetto movimento Beat. Inizia il viaggio estremo di Corso nella vita quotidiana, (“senza fare un giorno di lavoro”, dirà con orgoglio); viaggiando in tutto il mondo, trovando appoggio, a seconda le occasioni e le opportunità, da amici, ragazze, fidanzate e mogli, dalle quali avrà quattro figli. Alla fine degli anni ‘50, dopo una marcia degli studenti londinesi contro la bomba atomica, disturbato dal comportamento violento dei pacifisti, scrive provocatoriamente la poesia Bomb, una “lettera d’amore” alla bomba atomica, la lettura della quale gli provocherà molte contestazioni e il rifiuto di Lawrence Ferlinghetti di pubblicarla con sua casa editrice, la “City Lights Books”. Negli anni ‘60 approda a Parigi, che ama molto, insieme a Ginsberg e altri poeti, all’ Hotel Rachou, poi detto “Beat Hotel”, dove i topi e l’umidità sono di casa. Conosce Jacques Prévert e Jean Genet, con il quale avrà uno scontro memorabile. In Italia conosce Fernanda Pivano che lo ospiterà molte volte a casa sua, a Milano, offrendogli un rifugio sicuro nei momenti in cui apre il suo “bagaglio inumano di disperazione”. La stessa Pivano vive un emozionante, anche se pericoloso, viaggio “on the road”, sulle autostrade americane, in una macchina guidata da Neal Cassady, il funambolo del volante della Beat Generation. Alla fine degli anni 70 partecipa al Festival della poesia alternativa di Castelporziano, vicino Roma, organizzato tra gli altri da Simone Carella, oggi direttore artistico del teatro Colosseo. Sempre a Roma fa la conoscenza di Fabrizio Crisafulli, che lo accompagna negli incontri della capitale e poi a Catania e in Calabria, invitato dalle rispettive Università, dove si svolgono due incontri memorabili, all’insegna della leggerezza e della grande verve comico-ironica del poeta, Corso manda in visibilio studenti e professori, così come testimoniato dal poeta e giornalista Franco Dionesalvi. In Calabria gira in lungo e largo per i paesi dell’infanzia del padre e scriverà una poesia sul suo concepimento. All’inizio degli anni ’90 fa ritorno a New York ma, senza un soldo, dorme per strada, a Times Square. Scrive a Fabrizio Crisafulli che vorrebbe tornare a Roma, perché in Italia è benvoluto, “mentre qui mi considerano il Sig. Merda”. Durante una festa letteraria prende a pugni Norman Mailer, per aver parlato male di lui e dei beatnik. Alla fine degli anni ’90 si ammala. Gli stanno accanto, amorevolmente, la primogenita Sheri, infermiera, e la cantante Patti Smith. Muore nel 2001 e viene seppellito nel Cimitero degli Inglesi a Roma, accanto al suo amato Shelley. Ma… “non ditegli che è morto”.

Sito Web: http://

Note:
La voce che legge la poesia “For Homer” è di Gregory Corso.

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