Sinossi *: Boy è un’installazione in realtà virtuale, visibile (quasi esclusivamente) indossando un apposito visore, e proietta il visitatore al centro di uno strano paesaggio lunare.
Come una moderna lanterna magica, il cielo rotea lentamente e una leggera brezza muove particelle fluttuanti. Improvvisamente appare e scompare un bambino che corre e salta attorno allo spettatore. A volte è vicino a volte è lontano e bisogna cercarlo con lo sguardo o muovendo alcuni passi.
Il Bambino potrebbe andare dove vuole, ma le sue azioni sistematiche, i suoi movimenti tracciano il suo spazio vitale e di conseguenza anche i limiti del suo agire, nonostante non ci siano confini. Il mondo di Boy è lontano, però è una dimensione che è in contatto con la nostra realtà, attraverso i suoni. Il rumore catturato attorno allo spettatore diviene così l’andamento del vento e provoca il movimento di piccoli solidi sul terreno. Inoltre, lo spettatore diventa un inconsapevole performer, in quanto il suo sguardo è a sua volta catturato e proiettato all’esterno, consentendo, così di aprire a tutti una finestra sui questo “altro” mondo.