Sinossi *: La storia del caffè napoletano non inizia a Napoli. È per questo che “Cafè – Storia di una ribalta napoletana” si apre con un primo atto di indagine analitica sulle origini di una tradizione apparentemente senza tempo. Lejla Mancusi Sorrentino apre le danze con un racconto romantico fatto di luoghi esotici e viaggi di scoperta, dando il la a tutto ciò che verrà discusso nel corso della narrazione. Si entra così nel tempio del caffè napoletano per eccellenza, il Gran Caffè Gambrinus, di cui aprono le porte e raccontano i più curiosi aneddoti e turning point storici Michele Sergio, Massimiliano Rosati e Giovanni Fummo. Dal cuore pulsante della città partenopea, Nando Cirella parafrasa la metodologia di preparazione descritta da Edoardo in “Questi fantasmi”, mostrando come l’esotica bevanda si sia trasformata in un rito tutto napoletano, preparato ogni giorno e più volte al giorno con la cuccuma. Inizia il secondo atto: quello della scienza. Mauro Illiano, Mariafrancesca Natale e Paola Campana sviscerano le principali nozioni relative al percorso che trasforma il chicco di caffè in una bevanda pronta da bere, senza tralasciare i principali errori di estrazione e la metodologia relativa allo strumento più diffuso: la moka. Storia e scienza, però, non bastano. Anche il caffè ha bisogno di esprimersi in forme totalmente nuove e totalmente inaspettate, come ci mostrano Francesco Costanzo, Claudio Sciaraffa e Alfonso Caputo. Il terzo atto è quello dell’avanguardia, della sperimentazione, della reinterpretazione e di un ciclico ritorno alla tradizione. Una tradizione antica, adottata, da riscoprire e continuare a tramandare.