Sinossi *: Una danzatrice e una videocamera. Il corpo spezza la stasi aprendosi nello spazio in diversi round. Lo sguardo sta, in equilibrio precario: il corpo è fermo, lo sguardo è fermo – il movimento si dispiega, lo sguardo si rompe e precipita. Il corpo obbedisce a una dialettica disorganica tra attrito e cesure, con un senso pneumatico della durata.
La danza è simultaneità di impulsi e architetture, tempi e spazi, tensioni e superfici.
Lo sguardo apre e chiude la visione, salta e si ritrova altrove, sguscia e supera la distanza, per diventare fisico e sperimentare attrazione-rivoluzione-caduta. Corpo e sguardo si mobilitano, non per la bellezza o per il momento saliente della danza, ma per trovare ciò che sta solo nel piano della scomposizione reciproca di agire e guardare.