Sinossi *: Crocco, nacque a Rionero in Vulture, in provincia di Basilicata nel 1830.
Di professione pastore, cercò un suo personale riscatto alle misere condizioni di vita e alle prepotenze dei latifondisti locali, combattendo prima per Garibaldi poi con la controreazione borbonica e infine per se stesso. La sua banda arrivò a contare nel 1963 oltre duemila uomini e Crocco si guadagnò l'appellativo di Generale dei Briganti.
Dopo l'unità d'Italia vennero meno le protezioni di chi con il nuovo governo temeva di perdere i propri privilegi. Contro Crocco ed i briganti della regione si scatenò una feroce repressione che causò migliaia di morti soprattutto tra le classi più umili. Crocco si ritrovò solo e tradito anche da uno dei suoi uomini più fedeli, Giuseppe Caruso. Nel luglio del 1864 il Generale dei Briganti cercò rifugio nello Stato Pontificio che per anni aveva sostenuto in chiave anti-unitaria le azioni brigantesche. Ma invece dell'aiuto sperato egli venne incarcerato e quindi consegnato al nuovo stato italiano.
Carmine Crocco venne processato a Potenza nel 1872. Le pesanti accuse di decine di omicidi, furti, ricatti e grassazioni, determinarono la sua condanna a morte. Due anni dopo, per volere del Re, la pena di morte venne commutata nel carcere a vita da scontare nel carcere di Portoferraio, all'isola d'Elba, dove Crocco si spense all'età di 75 anni. Era il 1905.