Sinossi *:
La deforestazione da parte dei ricchi imprenditori e l’obsoleto sistema feudale di gestione della terra ancora vigente ha reso la regione del Chaco, al confine tra Bolivia e Paraguay, terribilmente arida. Il film porta in primo piano le lotte degli indigeni contro la schiavitù e l’accaparramento delle loro terre.
Secondo il rapporto di Oxfam uscito a settembre, dal 2001 ad oggi, 227 milioni di ettari di terra coltivabile, un’area pari all’estensione dell’Europa occidentale, sono stati acquistati per lo più da investitori internazionali. A causare “la corsa alla terra” sono state le previsioni degli economisti secondo cui nel 2050 il mondo dovrà essere in grado di fornire il 50% in più del fabbisogno alimentare rispetto al 2000.
Colossi come India, Cina e Brasile stanno vedendo aumentare vertiginosamente la loro domanda interna di carne, cereali e latticini ma non hanno spazi disponibili sufficienti a garantire la sicurezza alimentare della popolazione. Ecco perché sono in moltissime le multinazionali che si rivolgono all’Africa e al Sud America per assicurarsi la terra coltivabile, in cambio della costruzione di infrastrutture e dell’offerta di posti di lavoro. Nella maggior parte dei casi, però questi contratti sono al limite della legalità oppure le clausole non vengono rispettate.
In Sud America, dove moltissime zone sono governate ancora da sistemi feudali, sono per lo più i grandi imprenditori brasiliani ad avere interesse nell’accaparramento delle terre. Non a caso gli indigeni stanno da anni opponendosi alla deforestazione dell’Amazzonia, che nel tempo ha provocato una gravissima siccità soprattutto nella regione del Chaco, zona al confine tra Paraguay e Bolivia. Gli Investimenti Diretti Esteri sono uno degli elementi chiavi per la crescita economica di un paese. L’attuale corsa alla terra non costituisce però una situazione win-win ma si limita a fare il gioco di potenti investitori e governi corrotti, tralasciando come al solito i diritti dei popoli coinvolti.



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