Sinossi *: L’idea del film prende avvio dalla cerimonia notturna che gli sfollati di Erto e Casso – i deportati del Vajont – insieme ai parenti dei defunti celebrano la notte del 9 ottobre di ogni anno. Nelle frazioni limitrofe, lungo le aree di sedime delle case distrutte dall’onda, vengono accesi lumini, uno per ciascuno degli scomparsi. Viene lasciata una luce – anche una lampadina – accesa nelle case “perché i morti escono dal cimitero e tornano a casa”. Le immagini si concentrano sui luoghi occupati fino a quella notte da case, stalle e fienili. L’ondata rase al suolo quelle costruzioni di cui oggi rimangono le tracce in pianta: la marmiglia dell’ingresso, le tessere in cotto della cucina, gli esagoni giallo e rosso scuro del soggiorno e le piastrelle chiare dei bagni.
“Come la luce differita delle stelle” è una riflessione poetica per suoni e immagini sulla memoria del Vajont, a cinquant’anni dalla tragedia.