Sinossi *: Questo film racconta una parte, 14 anni, di una parte della vita di Dante Casagrande; "una vita al massimo, o meglio ancora, come direbbe il suo ex compagno di scuola e amico Vasco Rossi , una vita spericolata". La telecamera di Walter Ciusa lo ha seguito per 14 anni, il materiale cumulato nel tempo era cospicuo, sono stati fatti tagli, permutate immagini, e montato il tutto per rendere l'essenza del personaggio. Senza obbedire ad un criterio cronologico. Dentro il film ci sono i suoi comportamenti, i suoi gesti, le sue frasi ripetute negli anni, ci sono gli episodi salienti. Casagrande che gira ubriaco in notturna e sotto i portici con la bottiglia di vino in mano, imprecando contro il mondo e interrogandosi sul significato della propria arte: "Le opere d'arte sono come i figli, a 20 anni se ne devono andare" Poi nel tempo iniziano i momenti difficili, Casagrande è solo, senza amici; o vediamo di nuovo completamente ubriaco, in una stanza assegnatagli dai servizi sociali dove realizza sculture astratte, e come piu' volte ha ribadito il Nostro "rappresenta MUTANDE IN SITUAZIONE", spesso cercando la provocazione. Casagrande- purtroppo ancora non tutti sanno-, è universalmente riconosciuto come" L'Artista delle Mutande". Girerà l'Italia e l'Europa per diversi anni fino ad arrivare al Museo di Revere, dove le opere sono ad oggi ancora visibili. Troppo giovane al Museo, troppe donne, un uso ed abuso di sostanze alcoliche e di droghe varie fanno di Casagrande un uomo disperato; tenta un paio di volte il suicidio, non vi riesce. Inizia un periodo infruttuoso dal punto di vista artistico, Casagrande sente la necessità di sprofondare, vuole provare quello che altri Grandi hanno provato: "gli stimoli attraverso la distruzione".... A 45 anni è un cane randagio, senza una meta ben precisa.
Casagrande imparerà ancora di più l'arte di arrangiarsi; per tre anni farà il mimo in giro per l'Italia, spesso in Piazza Maggiore, leggerà le carte nelle osterie, scroccherà qualche pasto ai pochi amici rimasti. Nel 99 il Nostro fù al centro di un importante battage giornalistico: Casagrande è ancora degno del sacramento della comunione dopo 4 matrimoni e 7 figli sparsi per la Penisola? ll Nostro partì, munito di carriolino , alla volta della Capitale.
Un viaggio di sacrificio, a piedi, senza soldi. Un viaggio pieno di speranza. Lì avrebbe chiesto al Pontefice la dispensa per fare la Comunione. Il Papa non lo ricevette. Dal 2002 è in cura sotto l'USL, ha già battuto tutte le case del circondario bolognese, è stato anche al manicomio, sembra che voglia disintossicarsi dall'alcool e che voglia riprendere a fare lo scultore. Staremo a vedere!