Sinossi *: La morte arriva all’improvviso e non ti avverte. Tutti sappiamo che prima o poi arriverà, ma il protagonista preso alla sprovvista cerca di intavolare un dialogo con la morte per capire il perché della sua venuta, e perché proprio ora che ha tante cose ancora da fare.
La morte lo fa riflettere sul percorso della sua vita, cercando di carpirne le ragioni di alcune azioni, sui rimorsi e sui progetti.
La coscienza al centro del dialogo, le varie reminiscenze di solitudini che affrontano in lui, la corsa disperata in un sentiero immaginario, il mare osservato e l’orizzonte, ormai inutili miraggi della vita.
Paolo è un uomo sulla cinquantina che torna a casa dopo una giornata convulsa di lavoro e invasa dalla sua solitudine. Dopo essersi preparato un tè con biscotti si siede a tavola e fa zapping con il telecomando, ma nulla lo soddisfa e allora si alza e va verso la finestra, guarda fuori e si rivede che corre disperato lungo un sentiero, si copre gli occhi e poi si siede su una poltrona, quando all’improvviso una tenda si muove e si intravede un ombra. E qui parte il dialogo. Tutto si svolge in una stanza in penombra con la morte nascosta in un ombra dietro la tenda che sembra avere forma umana, ma in realtà essa stessa chiarisce di essere il nulla, perché è nel nulla che forse si va, o forse no. Comunque val la pena rimettere la propria anima nelle mani di Dio, e così sia.
Durante il dialogo la mente di Paolo vaga e si ripercorrono vari momenti di solitudine, immagine flashback del passato.