Sinossi *:
«La virtù non ha padrone, e ognuno ne avrà in misura maggiore o minore a seconda che la onori o la disprezzi. La responsabilità è di chi ha fatto la scelta; la divinità è incolpevole». Cosa ci vuole dire realmente Platone con il mito Er? Che l’uomo è libero, certo. Ma è responsabile delle scelte che farà, delle azioni che compirà, degli errori che seminerà lungo la sua strada. Lo sanno bene Ermanna Montanari e Marco Martinelli. Come scrive Martinelli nelle pagine di Farsi luogo - Varco al teatro in 101 movimenti: «Sapevamo, da asini, che l’errare sarebbe stata la nostra scuola, l’errare nel suo duplice senso, camminare e sbagliare... non è forse questo il miraggio per cui patire, quello di arrivare, passo dopo passo, nell’errare, errore dopo errore, alla retta opinione?».
Er è un viaggio, un viaggio in divenire, che tesse la storia delle Albe (da Siamo asini o pedanti? a Ippolito, da Sterminio a Ubu buur, da L’avaro a Pantani, fino a Lus), una storia che trova il senso della propria ricerca nello spazio franco e rivelatore del teatro. Er è un film, un film fatto a misura di primo piano, che dà modo a Martinelli di spingersi dove la scena non gli permette di arrivare al «rischio più grande», al «pericolo antico: io e te. I miei occhi nei tuoi». Molto s’è scritto sull’arte di Ermanna, attrice senza schemi, concentrandosi spesso sul ruolo che nel suo percorso rivestono il suono e la voce; attraverso il cinema Martinelli può finalmente far emergere il volto della sua compagna di sempre, d’arte e di vita, un volto che, riprendendo una definizione di Béla Bálazs, «diventa il tutto in cui è contenuto il dramma».
Ma Er (un titolo che non può non apparire come un diminutivo) è prima di tutto e soprattutto (a dircelo è il cartello posto in calce) un lavoro «dedicato all’arte-in-vita di Ermanna»: parole legate come se fossero una sola. Perché, per il Teatro delle Albe, la vita e l’arte non sono separabili, mai.

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Libri


Libri correlati:
"Il Teatro nel Cinema. Tre Film di Marco Martinelli e Ermanna Montanari"
di Laura Mariani, 216 pp, Luca Sossella Editore, collana Numerus, 2021
Con la precisione e l’amorosità che la contraddistinguono, Laura Mariani riporta il suo acuto sguardo critico sull’arte di attrice di Ermanna Montanari, già indagata in Ermanna Montanari. Faredisfare-rifare nel Teatro delle Albe. Qui lo scandaglio è però rivolto al cinema di Marco Martinelli, suo compagno d’arte e di vita, e al percorso complesso che lo ha portato ad affiancare alla regia teatrale la regia cinematografica. Come si costruisce un testo filmico che porti dentro di sé il teatro, ma ad esso non sia asservito? Che cosa accade quando il corpo e la voce dell’attrice agiscono fuori dallo spazio scenico e nell’eternità temporale istituita dal cinema? In che modo il montaggio filmico disallinea e reinventa la sequenzialità teatrale? Un libro che risponde a questi e altri interrogativi con sapienza e curiosità, suggerendo che il cinema non può che nascere da un ‘incantamento’ per i corpi reali e le loro movenze. - Maria Nadotti
All’interno del libro il link per vedere i tre film: "Vita agli Arresti di Aung San Suu Kyi", "The Sky over Kibera", Er

prezzo di copertina: 15,00



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